Nessuna traccia di liquido infiammabile né inneschi, ma si esclude l’origine accidentale
San Tammaro – La notte del 20 febbraio un incendio, probabilmente doloso, è divampato nella proprietà di Tommaso Cestrone, “l’angelo di Carditello”, ubicata poco distante dalla Reggia borbonica.
I Vigili del fuoco, chiamati da Giuseppina Mornese, la vedova di Tommaso Cestrone, hanno impiegato tre ore per domare le fiamme. I danni ammontano a circa 20 mila euro, sono andate distrutte parti delle serre in plastica e cinquanta balle di paglia. Fortunatamente, l’allevamento di duecento ottanta capre si è salvato.
Sul luogo sono giunti anche gli uomini del Commissariato di Polizia di Santa Maria Capua Vetere al fine di avviare un’indagine sull’accaduto. Tra le ipotesi, da tempo note agli investigatori, il contrasto con alcuni parenti per le proprietà anche se, tra le lacrime di dispiacere, e lo stupore per quanto accaduto, la signora Giuseppina ha confermato di non aver mai ricevuto minacce.
La sera dell’incendio, intorno alle 22,00, il custode aveva scoperto e spento un piccolo fuoco appiccato alla paglia. Poco dopo aveva udito un’auto allontanarsi dalla fattoria. Intorno alle 2,00 del mattino il fuoco è stato acceso nuovamente e subito si è trasformato in un rogo, uno sfregio, come è stato definito in queste ore dalla comunità, verso Tommaso, “l’angelo di Carditello”.
Tommaso Cestrone era una guardia forestale che per quasi due anni ha curato, gratuitamente, la Reggia ed i giardini circostanti. Viveva nella sua fattoria a pochi passi dal sito reale e colpito dal degrado e l’abbandono di quel prezioso patrimonio artistico iniziò a dedicarsi ad esso con una costanza incredibile. Il 18 febbraio del 2013 venne incendiato il camper da lui accampato nella Reggia per custodire gli attrezzi ed il necessario alla manutenzione della stessa. Tommaso Cestrone, all’età di 48 anni è morto la sera della vigilia di Natale dello scorso anno, stroncato da un infarto.
Appresa la notizia dell’incendio, Massimo Bray, ministro dei Beni culturali e del turismo, via Twitter ha annunciato: “Vado a #Carditello perché tutte le volte che viene messa in pericolo la legalità le istituzioni hanno il dovere di esserci”.
Raggiunta la famiglia di Cestrone, Bray ha dichiarato che mai avrebbe mancato di testimoniare loro la vicinanza, sua e del governo. “Di fronte a questi atti così gravi le istituzioni devono essere presenti”. Un gesto rilevante quello del ministro, ricco di umanità, che va sicuramente oltre il ruolo istituzionale. “Questo è un luogo importante perché questa azienda è andata avanti solo grazie alla passione e all’amore per il territorio di Tommaso – ha affermato il ministro – Tutti dovremmo ricordare il suo esempio e il suo sacrificio”.
FOTO: tratta da noicaserta.it