I Paesi del G8 pronti a isolare la Russia
Crimea, 3 marzo – I riflettori della politica internazionale sono ancora puntati sull’Ucraina, stavolta precisamente sulla Crimea. La penisola, che appartiene politicamente all’Ucraina ma che ha un governo autonomo, è sempre stata un punto strategico in quanto rappresenta una via d’accesso al Mar Nero.
Ad oggi la Crimea è occupata dalle truppe russe, che impediscono che la sollevazione filo-europea che c’è stata in Ucraina, possa sortire i suoi effetti anche qui.
Il mondo diplomatico e gli organismi internazionali, hanno reagito con una condanna unanime del gesto di Vladimir Putin. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha dichiarato: “Quanto sta facendo la Russia viola i principi della Carta Onu e costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza in Europa”, chiedendo a Putin di cessare le attività in Ucraina. Anche Obama, che ha tenuto una conversazione telefonica con Putin durata circa 90 minuti, ha manifestato decisamente il suo dissenso. Il premier russo si è difeso sostenendo che la Russia ha il diritto di tutelare la minoranza di etnia russa presente nel Paese, e concentrata principalmente in Crimea.
John Kerry, segretario di Stato Usa ha dichiarato: “Tra tutti i ministri degli Esteri con cui ho parlato c’è una visione unitaria. Parlo di tutti i Paesi del G8 e anche oltre, che semplicemente sono pronti a isolare la Russia, che non pensano di trattare la Russia come se nulla fosse accaduto”.
Il premier ucraino ad interim, Arseni Iatseniuk, si mostra molto preoccupato per la situazione che potrebbe prendere una piega drammatica: “Questo è un allarme rosso. Questa non è una minaccia, questa è di fatto una dichiarazione di guerra contro il mio Paese”.
Le conseguenze del comportamento di Putin si stanno già manifestando. Gran Bretagna, Francia e Canada hanno annunciato che non parteciperanno al G8, che si terrà a giugno a Sochi.