Sequestrati beni per 25 milioni di euro. Tra gli arrestati che gestivano le migliaia di tonnellate smaltite illegalmente c’è un uomo della lista Schiavone
Napoli, 11 aprile – Alle prime luci dell’alba la Dda ha dato il via alla black land, una intensa operazione antimafia tra Puglia e Campania contro il traffico illecito di rifiuti. A coordinare le operazioni è la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari che ha disposto 14 arresti nei confronti di amministratori, soci ed autotrasportatori di note società che operano nel settore dello smaltimento e trattamento dei rifiuti e ha eseguito il sequestro di beni per un valore di 25 milioni di euro.
Il sequestro riguarda aziende, stabilimenti, automezzi pesanti e discariche abusive. L’operazione è scattata al termine di una delicata indagine investigativa iniziata a marzo 2013 che vede il coinvolgimento di più persone e società tra le province di Caserta, Avellino, Benevento e Foggia.
Gi uomini della Dda si sono avvalsi di sofisticati programmi informatici di monitoraggio del territorio, del supporto di intercettazioni telefoniche e ambientali acquisen documenti e consulenze per sgominare l’organizzazione criminale. Uno sporco gioco d’affari che puntava al profitto è stato bloccato dagli uomini del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Bari, del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia e della Direzione Investigativa Antimafia di Bari. Il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti continua ad essere tra i business più allettanti per la criminalità organizzata e a pagarne le conseguenze sono le persone oneste che si ritrovano a dover fare i conti con la terra e l’acqua contaminate da agenti chimici cancerogeni provenienti dai rifiuti tossici interrati o bruciati. La Terra dei Fuochi e dei veleni ne è l’esempio più drammatico.
Sono almeno 12mila le tonnellate di rifiuti della frazione secca smaltiti illecitamente, di cui non si ha traccia dei siti di destinazione, tra Campania, Puglia, Basilicata e Molise. Per la Dda sono a migliaia le tonnellate di rifiuti speciali invece, che partivano da impianti di compostaggio e di stoccaggio della Campania dediti alla raccolta della frazione umida di diversi Comuni della province di Salerno e di Caserta e che sarebbero stati inviati in Puglia con falsa documentazione senza i trattamenti richiesti e sotterrati ad Ordona, in provincia di Foggia, in un enorme cratere.
Nell’inchiesta è finito anche un personaggio noto per essere presente nella lista consegnata dal pentito Carmine Schiavone alla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti nel lontano 1997, si tratterebbe del titolare di uno delle imprese che gestivano il traffico dei rifiuti e l’ecomafia campana.
FOTO: tratta da primapress.it