Il Napoli pareggia a Udine per 1-1. Il gol azzurro arriva nel primo tempo ed è di Callejon.
FORMAZIONE. Tanti indisponibili per Benitez che ci mette anche del suo rivoluzionando la linea difensiva. Tornano titolari Reveillere, Behrami e Zapata. Henrique fa il centrale di difesa, per di più partendo dal centrosinistra. Sulla trequarti scelte obbligate e in avanti c’è Duvan Zapata preferito a Pandev.
TATTICA. Il Napoli non gioca male dal punto di vista dell’impostazione tattica, ma, soprattutto nel secondo tempo, gli errori si moltiplicano. L’idea di fare un determinato passaggio o una determinata scelta c’è, e ci pare anche giusta di volta in volta, quello che manca è la precisione. E anche la convinzione.
ULTIMO PASSAGGIO. La formula magica che di norma tramuta in gol una bella trama è l’ultimo passaggio. Adesso non dobbiamo fossilizzarci sulla definizione e dobbiamo capire anche come ci può essere un passaggio fondamentale a metà campo che, non è “ultimo” per tempistica, ma che può valere lo stesso. Bene, la maggioranza degli errori il Napoli li ha accumulati tutti in questo settore.
CONVINZIONE. Rafa a fine partita non si è detto preoccupato per la finale di Coppa Italia di fronte alle consuete, banali, offensive e, per altro, inutili provocazioni montate dai media a pagamento nazionali. Però ha detto che si sente fiducioso perché la concentrazione sarà diversa. Da qui l’implicita diagnosi di questo finale di campionato: è questione soprattutto mentale.
LAPSUS. Una confessione: mentre iniziavamo a scrivere ci stava scappando un “Il Napoli perde a Udine”. E non per mole di gioco, disamina dei numeri o statistiche di vario genere. Ma perché ormai il pareggio è equiparato a una sconfitta, tranne qualche raro caso di avversario molto valido. E questo dipende molto dalla mentalità vincente di Rafa che, per forza di cose, ha ancora bisogno di tempo.