Sergio Marchionne: “Pomigliano? Punteremo molto su quella sede, prevedo che verrà completamente riutilizzato”
Napoli, 7 maggio – L’Amministratore Delegato (Ad) della Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne, al convegno di ieri per la presentazione del piano quinquennale della più famosa industria “italiana” di automobili del mondo, ha presentato il nuovo progetto per rilanciare le imprese Fiat in Italia.
La storia recente, ci racconta di come lo Stato italiano agli albori del 1900 avesse praticamente consentito, a quella che poi sarebbe divenuta la Fiat, di esercitare un monopolio importante che l’avrebbe portata ad essere la prima industria del Paese. Già ai tempo del compianto avvocato Agnelli, il nonno di Lapo e John Elkann, la prima industria d’Italia per ottenere finanziamenti e convenzioni minacciava incessantemente lo Stato italiano di attuare migliaia di licenziamenti e quindi tutti i Governi avevano sempre accontentato gli Agnelli ed erano sempre sottostati alle loro richieste.
Chiusa questa lunga parentesi il fatto del giorno, oltre alle belle parole di apertura di Marchionne con annesse promesse di crescita nei prossimi anni (previsti profitti di vendita dai 1,3 milioni del 2003 a 2 milioni nel 2018 con il lancio di otto nuovi modelli di auto che verranno smerciati nell’area euro-asiatica, ndr), ritroviamo la promessa, quanto mai scontata ma forse poco credibile, di riapertura degli stabili che in passato erano stati tra i più importanti. Spinosa la questione sull’attività industriale pomiglianese, perché proprio in quell’area della Campania una delle più importanti infrastrutture del Paese è stata messa da parte e con essa i suoi lavoratori. La realtà di Pomigliano, da sempre una delle più particolari, ha dovuto affrontale la durezza dei licenziamenti e le vuote promesse e rassicurazioni da parte del mondo politico e dall’azienda.
“Oggi iniziamo a scrivere un nuovo libro, non soltanto un semplice capitolo della storia della Fiat”. Queste le parole di Sergio Marchionne all’indomani della conferenza di presentazione. “Ci stiamo impegnando a non licenziare nessuno nei nostri stabili italiani – prosegue -. Difatti appena arriverà l’industrializzazione dei prodotti rientreranno tutti quanti. Pomigliano? Punteremo molto su quella sede, prevedo che verrà completamente riutilizzato”.
Insomma ricapitalizzazione, assunzioni e promesse di crescita da qui ai prossimi cinque anni. Staremo a vedere.