Risultati negativi anche in Campania, rilevazioni effettuate a Pozzuoli e a Pollica
Troppa plastica sulle spiagge italiane. Questo il risultato dei monitoraggi eseguiti da Legambiente in occasione dell’indagine “beach litter”, secondo il protocollo scientifico del Ministero dell’Ambiente e di Ispra, nell’ambito della campagna intitolata “Spiagge e Fondali puliti – Clean up the Med”.
La plastica è il rifiuto maggiormente presente sulle spiagge italiane, con una percentuale pari al 65% su un totale di 15.215 rifiuti ritrovati. Oltre alla plastica, tantissimi i mozziconi di sigarette, i sacchetti della spesa, i rifiuti domestici in uno stato di inquinamento ambientale davvero allarmante. Legambiente ha infatti denunciato che “i rifiuti sanitari sono il segnale preoccupante dell’inefficienza dei sistemi depurativi. La presenza di questo tipo di rifiuto dimostra che servono più incisive campagne di sensibilizzazione sui rifiuti da non buttare nel wc, ma anche che talvolta gli impianti di depurazione sono inefficienti e non riescono a filtrare oggetti solidi di una certa grandezza”.
Grazie al lavoro svolto dai volontari di Legambiente, sono stata esaminate 24 spiagge italiane appartenenti ai comuni di Genova, Viareggio (Lu), Orbetello (Gr), Scarlino (Gr), Fiumicino (Rm), Anzio (Rm), Pozzuoli (Na), Pollica (Sa), Giardini Naxos (Me), Palermo, Agrigento, Gela (Cl), Ragusa, Pachino (Sr), Noto (Sr), Catania, Policoro (Mt), Pisticci (Mt), Casalabate (Le), Tricase (Le), Brindisi, Polignano a Mare (Ba), San Benedetto del Tronto (Ap). In Campania particolarmente negativi i dati per la spiaggia di Pozzuoli dove il 73% dei rifiuti è in plastica, un risultato migliore è stato invece registrato a Pollica con il 44% dei rifiuti in plastica, un dato quest’ultimo tra i migliori rilevati in Italia.
Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente, ha spiegato che: “l’obiettivo è quello di indagare la quantità e la tipologia di rifiuti presenti sulle spiagge italiane e del mediterraneo al fine di contribuire all’applicazione della direttiva europea sulla Marine Strategy. Un provvedimento che da chiare indicazioni sull’impatto dei rifiuti marini e sull’obbligo di intervenire e rappresenta un’importantissima occasione per attuare finalmente politiche coordinate tra i diversi settori che riguardano il mare”. Secondo la Muroni i risultati di questi monitoraggi desterebbero non poche preoccupazioni dal momento che “circa il 70% dei rifiuti marini affonda e circa il 15% resta in superficie. Questo significa che i risultati dei campionamenti effettuati sulle spiagge rappresentano solo la punta dell’iceberg di un problema ben più complesso. Per questo servono azioni concrete di salvaguardia e sviluppo dell’ambiente marino e delle coste con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e dei territori. Interventi che in Italia sono in fase ancora embrionale. I risultati del monitoraggio di Legambiente sui rifiuti presenti sulle nostre spiagge richiamano però con forza l’urgenza di intervenire e forniscono un contributo prezioso per la valutazione delle politiche di prevenzione e riduzione del fenomeno”.
FOTO: tratta da energiealternativeblog.it