Psicologi in Ospedale. Percorsi Operativi per la cura globale di persone

Presentazione del volume

mediciUn ospedale moderno è davvero attento ai bisogni emotivi di pazienti e familiari? Esiste un ospedale “psychologically correct”? Chi sono i medici, gli infermieri, i direttori, come persone, prima che come professionisti? A cosa serve uno psicologo in ospedale? Come si comporta un terapeuta familiare? Come ricordare che ogni am-malato ha una famiglia e che ogni malattia è sempre familiare, per impatto, ricadute e risorse? Tale consapevolezza come muta l’approccio operativo?
La medicina è sempre più personalizzata ed attenta ai bisogni soggettivi dei pazienti. Riconosce il ruolo dei fattori emozionali, psicologici, relazionali sul decorso delle patologie organiche come parti integranti del sistema-individuo. Scompare la concezione della malattia come singolo oggetto di cura a favore di un’ottica globale, in cui la relazione è il nodo centrale nei processi clinici. L’approccio sistemico appare necessario per governare il processo di umanizzazione delle strutture sanitarie.
Tale mutamento radicale – culturale, tecnologico e di politica sanitaria – trova però molte resistenze a tradursi in modelli operativi sistematizzati. Agli psicologi non spetta solo la cura degli aspetti emotivi, né possono da soli mutare il sistema ospedaliero, eppure il nostro contributo è imprescindibile.
Queste tematiche saranno trattate all’Ordine degli Psicologi della Campania il 18 giugno, dalle 15:00, in occasione della presentazione del volume “Psicologi in Ospedale. Percorsi Operativi per la cura globale di persone”, che descrive le attività di psicologi in diversi reparti ospedalieri ed afferma il diritto ad una cura che comprenda anche la sofferenza psicologica.
Converseranno con gli autori:
Antonio Giordano, Direttore Generale AORN Ospedali dei Colli
Paolo Giliberti, Direttore UOC Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale
Cosimo Maiorino, Direttore Medico Ospedale CTO
Ferdinando Siani, Direttore Medico Ospedale Cotugno
Modera il dibattito: Vincenzo Scarallo

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