Continua l’escalation di violenza e le 172 vittime a Gaza, Israele benedice il sistema antimissili Iron Dome
14 luglio – Secondo le fonti sono circa 20mila gli abitanti di Beit Lahya, a nord della Striscia di Gaza, che hanno seguito le istruzioni dei volantini israeliani, fuggendo dalle loro case per rifugiarsi negli istituti scolastici dell’Unrwa. Sono arrivati senza bagagli e senza fame, già sazi della preoccupazione e delle ansie rivolte alle loro case come alla loro città, che secondo le testimonianze in seguito ai primi bombardamenti è già diventata un posto spettrale. Ieri la città si era infatti riempita di volantini che avvertivano la popolazione di abbandonare prima di mezzogiorno gli edifici, ed ammonivano: “Chiunque trascuri le istruzioni dell’esercito metterà la vita di se stesso e della sua famiglia a rischio. Attenzione”.
Nella tarda serata di ieri i tre razzi che hanno colpito El Arish, capitale del Nord Sinai, hanno prodotto sette vittime civili ed un soldato. La tragedia civile è avvenuta dinanzi ad un negozio vicino al quartier generale dei servizi di sicurezza ed include anche un bambino, mentre il soldato è stato ucciso dai razzi caduti su una postazione militare.
Al settimo giorno di conflitto, la situazione di disparità nel bilancio delle vittime tra le fazioni in lotta è palese: a Gaza si contano 172 vittime, di cui almeno 33 bambini ed adolescenti e 1100 feriti. Degli 800 razzi lanciati da Gaza nessuno è riuscito ad ingannare il sistema antimissili Iron Dome, realizzato in seguito al conflitto tra Israele e gli Hezbollah libanesi del 2006. Il suo sistema è capace di distinguere i razzi diretti alle zone abitate da quelli non pericolosi, ed è grazie ad esso che questo conflitto sta diventando sempre più impari. L’efficienza della cupola è dimostrata, oltre che dai numeri forniti dai militari, dall’affetto israelita sul web, laddove le persone promettono di chiamare “Iron dome” i loro figli. E Netanyahu ribadisce l’importanza del compito che Israele assume dinanzi al suo popolo: “Noi usiamo sistemi di difesa contro i missili in modo da proteggere i residenti di Israele, Hamas usa gli abitanti di Gaza per proteggere gli arsenali di missili”.
Ban Ki Moon, Segretario generale ONU, reitera l’appello al cessate il fuoco e condanna l’offensiva dei raid israeliani come quella dei razzi da Gaza, sottolineando che “troppi civili palestinesi sono stati uccisi”. Denuncia inoltre preventivamente l’azione da terra da parte di Israele, che aggraverebbe una situazione già critica dal punto di vista del bilancio delle vittime.
Una prima offensiva da terra in realtà ha già avuto luogo: il braccio armato di Hamas ha confermato lo sbarco di un contingente israeliano su una spiaggia ed il conseguente scontro con i combattenti palestinesi. Il tenente Peter Lerner ha così riassunto il bilancio e il motivo del blitz israeliano: “Un’operazione delle forze speciali della Marina ha avuto luogo su una spiaggia di Gaza per distruggere un sito per il lancio di missili a lunga gittata. La missione è stata portata a termine. I membri di un commando sono stati attaccati e hanno risposto. Quattro soldati sono stati leggermente feriti”.
Sabato, alla bozza di tregua presentata alle due fazioni belligeranti dall’Egitto e un paese arabo (forse il Qatar), Hamas ha risposto affermando di voler prima ottenere una seria proposta di tregua, ed ha aggiunto: “Per ora le forze della resistenza continuano a combattere l’occupazione”.
Ieri il Papa ha rivolto appelli e preghiere alla pace in Medio Oriente, chiedendo ”il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace”, mentre Abu Mazen si è rivolto all’ONU affinchè la Palestina sia messa sotto il sistema internazionale di protezione delle Nazioni Unite. Ad una settimana dall’inizio degli scontri, Gaza continua a versare lacrime per le sue vittime, e la tregua sembra un traguardo lontano.
FOTO: tratta da ANSA.it