Impedito ad un videoperatore di filmare la carica della polizia
Napoli, 14 agosto – Non cessano le polemiche per quanto accaduto ad un gruppo di manifestanti, a margine della visita del Presidente del Consiglio a Città della Scienza per la firma del protocollo d’intesa che permetterà la rinascita dello Science Center e la bonifica dei suoli di Bagnoli.
Un centinaio di contestatori, tra studenti, disoccupati ed attivisti del “Laboratorio politico Iskra”, sono stati caricati dalla polizia in assetto antisommossa, all’altezza del passaggio a livello della ferrovia Cumana in via Nuova Agnano. La carica della polizia è ben documentata da un video che è stato rilanciato on line da Repubblica.it.
L’aggressione della polizia sarebbe stata giustificata dalle parole ingiuriose rivolte dai manifestanti all’indirizzo di un dirigente della Digos. Ma le accuse lanciate dal video sono pesanti: l’operatore di un giornale che ha ripreso le scene di violenza e le manganellate della polizia, sarebbe stato strattonato da un agente in borghese e gli sarebbe stato impedito di filmare. Il suo cellulare scaraventato per terra e i video cancellati.
La giornata era iniziata alle 8,00 con un presidio a piazza Bagnoli. L’obiettivo dei manifestanti era quello di raggiungere Città della Scienza, contestare Renzi, la politica del Governo e l’accordo che di lì a poco sarebbe stato firmato. Ma visto lo schieramento di forze dell’ordine, si era optato per un corteo verso la Porta del Parco di Bagnolifutura. L’avanzata del corteo è stata caratterizzata da lanci di immondizia e blocchi stradali effettuati con i cassonetti della spazzatura.
Sulla pagina Facebook di Iskra si legge: “ad aspettare Renzi c’eravamo anche noi oggi con i disoccupati, precari, lavoratori e studenti che da mesi ed anni hanno deciso di non abbassare la testa continuando a lottare sul territorio”. La presenza di Renzi a Napoli sarebbe stata confermata solo 24 ore prima, proprio per non consentire nessuna mobilitazione organizzata. E’ questa l’opinione dei manifestanti. Il timore dei contestatori è che la firma del protocollo d’intesa porti ad una “modifica del piano regolatore e dei piani urbanistici per una ulteriore privatizzazione e speculazione sul territorio”.