Stamina: tra ricorsi e mancate notifiche giudiziarie la piccola Sofia è ancora in attesa di continuare la sua cura

Sofia De Barros costretta ad attendere settembre per poter scegliere come curarsi

COMUNICATO STAMPA

Sofia De BarrosNon ha fine la drammatica lotta per accedere alle cure compassionevoli che spettano di diritto alla piccola Sofia De Barros. Il papà Guido e l’avvocato F. Scavetta, giunti puntuali a Livorno per l’udienza di reclamo alla precedente sentenza dello scorso 24 luglio, (che ha giudicato inammissibile l’istanza avanzata per la nomina di un “ausiliare del giudice” che superasse l’inottemperanza della somministrazione delle infusioni ordinate dallo stesso giudice un anno fa), hanno aspettato inutilmente l’avvocato domiciliatario del nosocomio bresciano che non si è presentato all’udienza fissata per il 19 agosto alle 9:30.

La notifica, dall’8 al centro di lavorazione all’ufficio postale di Brescia risulta ancora non ritirata dagli Spedali nonostante tutti gli avvisi (presunti) di giacenza. Evidentemente gli Spedali Civili ad agosto non ritirano la posta, soprattutto quando l’ufficio dell’avvocato domiciliatario è chiuso fino al 22 dello stesso mese. Sofia risulta così “rimandata settembre”, proprio lei che ha una pagella esemplare per superare a pieni voti qualunque esame di “Diritto alle cure compassionevoli”, con tanto di benedizione spirituale e politica da parte di Monsignor Giusti, Vescovo e del Sindaco Nogarin , della città labronica.

Nel frattempo gli Spedali insistono nell’inammissibile vizio di omissione di ritiro di notifiche giudiziarie. La stessa umiliazione è toccata anche al tribunale di Salerno, dove gli Spedali Civili hanno dato buca ad un altrettanto piccolo e malato, aspirante alle cure compassionevoli; anche in questo caso la notifica inviata il 6 agosto non è stata ritirata.

Gli avvocati unanimi dichiarano di non essersi mai scontrati con un simile disservizio. Intanto passa un’altra estate, Sofia si appresta a celebrare il suo quinto anno di vita il prossimo 25 agosto, fra la sofferenza, l’umiliazione e la frustrazione di un mare di sostenitori che prossimi al ritorno al lavoro si chiedono quando l’ingiustizia e la vergogna che uccidono la vita, andranno in vacanza.

C.P.

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