Terminato il vertice della Bce: tassi invariati e buone intenzioni per risollevare l’inflazione. In strada i manifestanti: siamo universitari costretti a lavorare a nero, disoccupati e senza reddito

La “quinta giornata di Napoli” contro i “signori della crisi”. “Ostility for austerity, ladri assassini fuck austerity”

block bceNapoli, 2 ottobre – A seguito del vertice tenuto oggi a Napoli, Mario Draghi, in conferenza stampa, ha espresso l’indirizzo unanime della Bce a mettere in campo misure per risollevare l’inflazione. Modesta è la previsione di crescita nell’eurozona, anzi la tendenza è per un indebolimento della flebile ripresa registrata. Il consiglio direttivo della Bce, riunito a Napoli, ha lasciato invariato il tasso principale allo 0,05%. Lo comunica l’Eurotower. La decisione della Bce è in linea con le attese del mercato. Confermato il tasso sui depositi a -0,2% e quello marginale allo 0,3%.

Circa 4mila i manifestanti scesi in strada stamattina a Napoli per protestare contro il vertice della Banca centrale europea

Il corteo della Rete dei Movimenti campani si è mosso alle 8.30 dalla fermata metropolitana dei Colli Aminei, percorrendo Viale Colli Aminei e Via Miano fino all’ingresso del Parco di Capodimonte.

“Siamo studenti costretti a studiare in scuole che cadono a pezzi, universitari costretti a lavorare a nero e sottopagati per mantenersi agli studi. Siamo disoccupati, quelli che non hanno un reddito. Siamo lavoratori che stanno perdendo le ultime garanzie. Ecco oggi chi siamo”, così si presentano i Block Bce. Attivi nella protesta anche gli esponenti dei centri sociali, come ad esempio Ska e Insurgencia, il Comitato Stop Biocidio, la Rete Commons e le mamme che da anni lottano per la chiusura della discarica di Chiaiano. Tutti uniti dallo slogan “No Bce – Jatevenne”. “No austerità, case e reddito per tutti, ma i banchieri nelle cantine”, hanno gridato dal corteo al ritmo della musica dei 99 Posse e accompagnati dagli applausi dei cittadini affacciati ai balconi e dei medici del CTO.

Strade bloccate, saracinesche dei negozi abbassate e tensione altissima per una protesta che, invece, sin dall’inizio si è dichiarata non violenta. “È stato costruito un gigantesco clima di paura per questo corteo. In questi giorni siamo stati costretti a spiegare che sono i giovani di questa città a protestare, giovani che vogliono un futuro”, ha affermato Mauro del collettivo 081. E al microfono del corteo Alfonso De Vita ha annunciato: “È stato fatto terrorismo mediatico, non dovete avere paura di noi, ma di Draghi e di chi è rinchiuso nella Reggia di Capodimonte”.Intanto, però, la città è stata presidiata circa da 2mila uomini delle forze dell’ordine, circa mille agenti in più rispetto alla normale “dotazione”, in tenuta di sommossa. La novità sono le divise dotate di telecamere che, però, verranno messe in funzione solo all’ok del dirigente incaricato della gestione dell’ordine pubblico.

Nessun contrasto tra i manifestanti e i poliziotti, schierati a 300 metri di distanza dal corteo, inizialmente. Poi lo scontro: un gruppo di manifestanti, fuoriusciti dal corteo, ha lanciato bottiglie e fumogeni sulle vetrine di un’agenzia del Banco di Napoli in Via Colli Aminei e ha scritto con la vernice spray “Ostility for austerity, ladri assassini fuck austerity”. Altri, invece, giunti all’altezza del Tribunale Minorile hanno fatto esplodere petardi e fumogeni. Ma la situazione è degenerata nel momento in cui alcuni manifestanti, alla fine del corteo, hanno preso una scala dal furgone e l’hanno posizionata sul muro di cinta della Reggia. Un uomo, con precedenti penali, è riuscito a scavalcarlo, ma è stato fermato e portato in questura. Repentino l’intervento delle forze dell’ordine che, armati di idranti, hanno colpito la folla.

Ma i manifestanti ci tengono a spiegare che si è trattato solo di episodi singoli, non in sintonia con lo spirito del corteo. La “quinta giornata di Napoli”, a detta degli attivisti, era unicamente rivolta contro i “signori della crisi”, i “potenti”, i “farabutti” che promettono miglioramenti economici e abbandonano i cittadini in balia della miseria e della disoccupazione. Gli stessi “signori” che hanno deciso di riunire il vertice della Bce a Napoli, una scelta che, alla luce degli eventi di oggi, si è rivelata un enorme boomerang, scatenando la rabbia e l’indignazione dei cittadini.

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