Jobs Act: la legge delega votata al Senato, tra sceneggiate, urla e lancio di regolamenti

Incassato il primo sì dal Senato, pur se a valle di una seduta tortuosa. Ecco nello specifico i temi affrontati dalla legge delega per il riordino in materia di lavoro

jobs-act-fiduciaRIORDINO DELLE FORME CONTRATTUALI – La delega prevede “interventi di semplificazione, modifica o superamento” delle oltre 40 forme contrattuali attualmente esistenti e l’introduzione per le nuove assunzioni, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio.  La questione dei licenziamenti disciplinari illegittimi per i quali sarà ammesso il reintegro nel posto di lavoro (vero punto nodale) è rimandata ai decreti delegati, ovvero a quei provvedimenti attuativi che riguardano l’applicazione pratica della legge.

DEMANSIONAMENTO E CONTROLLI A DISTANZA – Viene introdotta la possibilità di demansionare il lavoratore, ma con dei “limiti” che non erano presenti nel testo originario, il cambio di mansioni potrà quindi avvenire solo sulla base di “parametri oggettivi” e dovrà tener conto delle condizioni di vita ed economiche dei lavoratori. Il salario, in questi casi, non dovrebbe essere toccato. Viene esteso inoltre l’utilizzo dei voucher “nei diversi settori produttivi”, ma dovrà essere contenuto al di sotto di un tetto di reddito annuale del lavoratore di 5000 euro. La delega elimina il divieto dei controlli a distanza previsto dallo Statuto dei lavoratori, così come richiesto dalla minoranza PD.

CIG E CASSAINTEGRAZIONE – La cassa integrazione sarà concessa solo nel caso in cui non sia possibile ridurre contrattualmente l’orario di lavoro, ad esempio attraverso contratti di solidarietà. Questi ultimi saranno estesi alle aziende che attualmente non possono usufruirne (Pmi sotto i 15 dipendenti) e potranno essere utilizzati anche per creare nuova occupazione: sarà possibile infatti una riduzione dell’orario di lavoro dei dipendenti a fronte di nuove assunzioni. La delega prevede inoltre “la possibilità di destinare gli eventuali risparmi di spesa” derivanti dall’attuazione della legge Fornero del 2012 al finanziamento della riforma degli ammortizzatori sociali. Arriva poi il “contratto di ricollocazione” che prevede che la remunerazione per le agenzie del lavoro legata ai risultati ottenuti nel reinserimento del lavoratore disoccupato, inoltre viene istituita “un’Agenzia nazionale per l’occupazione, partecipata da Stato, regioni e province autonome, vigilata dal ministero del Lavoro, al cui funzionamento si provvede con le risorse già disponibili.

MATERNITA’ E FERIE SOLIDALI – La delega prevede l’introduzione universale dell’indennità di maternità e il diritto per le lavoratrici madri parasubordinate all’assistenza anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Viene data, infine, ai lavoratori la possibilità di cedere parte delle loro ferie annuali retribuite a colleghi con figli minori malati gravi.

Nonostante il labor limae effettuato del Governo però, la minoranza PD resta scettica su questo pacchetto di riforme, il vero problema rimane quello della fiducia, che secondo molti parlamentari DEM (non solo di minoranza) taglia il dibattito ed impedisce al Parlamento di fare il suo dovere ovvero quello di modificare, emendare e integrare i principi della delega, al fine migliorarne i contenuti. “Il ricorso al voto di fiducia” si legge nel documento, “rende manifesta la difficoltà del Governo a consentire anche alla propria maggioranza di affrontare il dibattito parlamentare”.

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