Da Caserta si battono contro lo “Stop Invasione” della Lega
Napoli, 19 ottobre – Da Caserta un corteo di oltre ottomila persone, organizzato dai migranti e centri sociali, ha percorso dieci chilometri nei pressi di Catel Volturno. Alla guida del corteo Enrico Milani, segretario di Rifondazione Comunista di Caserta. I manifestanti chiedono una modifica della normativa sull’immigrazione, partendo dalla Bossi-Fini. La manifestazione porta il nome di “Stop Razzismo” ed è la contrapposizione della “Stop Invasione” organizzata dalla Lega. Molte sono le problematiche affrontate, si è sottolineato sopratutto il problema dei venditori ambulanti i quali non hanno a disposizione delle aree adibite alla vendita, richieste già in passato. Durante la mobilitazione gli organizzatori annunciano la presentazione di un piano straordinario del Ministero dell’Interno, per far emergere oltre mille immigrati che hanno determinati requisiti per essere definiti “non rimpatriabili”. Un forte applauso si alza tra la folla di stranieri che continua a sperare e lottare.
La risposta parte nel pomeriggio dal partito Forza Nuova il quale ha presidiato a Piazza Carlo III, fortemente contrario all’immigrazione. I manifestanti chiedono più lavoro per gli italiani e hanno querelato de Magistris per le sue precedenti dichiarazioni di contrarietà a questo corteo: “Napoli non può ospitare manifestazioni di neonazisti che incitano all’odio razziale contro i migranti, Napoli è una città antifascista”, aveva affermato il sindaco sospeso. Sul versante opposto si schierano i Carc (Comitati di appoggio alla resistenza comunista) che avevano annunciato una contromanifestazione in Piazza Garibaldi ma non autorizzata dalla Questura. Durante la manifestazione ci sono stati momenti di tensione, sopratutto al termine del comizio di Gianguido Saletnich, il candidato sindaco della lista Forza Nuova, quando i manifestanti si sono mossi in corteo e le forze dell’ordine si sono schierate con caschi e scudi antisommossa. In concomitanza, a poche centinaia di metri, la contromanifestazione non autorizzata dei centri sociali.