Con “Bella ciao” un milione di persone saluta lo sciopero organizzato dalla Cgil. Pronti allo sciopero generale. Camusso al Premier: #MatteoStaiSereno

La sinistra PD al Governo: “Ascoltate la piazza”. Fischi all’indirizzo del premier e un netto No al Jobs Act

sciopero cgil26 ottobre – Dopo lo sciopero dei mezzi pubblici attuato a MilanoRomaGenovaBolognaVenezia e Napoli, indetto dai sindacati UsbOr.S.A.Cobas contro il Jobs Act, è il turno della Cgil che organizza una giornata di protesta a Roma. La manifestazione che ha luogo a Piazza san Giovanni ha un successone, poichè porta nella capitale ed in piazza più di un milione di persone. La stessa segretaria dell’organizzazione, Susanna Camusso, constatando i risultati raggiunti annuncia:  “Siamo pronti allo sciopero generale”.

Tanti gli slogan e cartelli contro il premier: “Renzi pifferaio”, “Pd partito di destra” e la Fiom che afferma: “il Paese non sta con il Governo”.

La protesta raccoglie differenti organizzazioni di lavoratori e precari, studenti, pensionati, cassintegrati oltre che a schieramenti di differenti posizioni politiche. Si vedono infatti bandiere della Fiom e della lista Tsipras, ma anche facce note del PD. Hanno aderito infatti, Stefano FassinaCesare DamianoGuglielmo EpifaniSergio CofferatiGianni CuperloPippo CivatiAlfredo D’Attorre. Tutti nomi noti del Pd nazionale pronti a chiedere, in piazza, assieme alla Cgil, una tassa sulle grandi ricchezzeprogressività e giustizia fiscale, denunciando una politica priva di coraggio.

Per ogni volta in cui il premier veniva citato sono partiti fischi e cori di dissenso e tante le battute ironiche sul suo operato come leader di una coalizione che racchiude in se tanti esponenti di destra. Il presidente del Consiglio è stato accusato infatti di toni irrispettosi, ma alla fine è stato salutato con un più che ironico “Matteo stai sereno” da parte della Camusso. La leader sindacale ha anche precisato che la giornata di ieri è stata soltanto una tappa e che la mobilitazione continuerà “con tutte le forme necessarie”.
Questo non prima di lanciare un altro attacco al finanziere Davide Serra, “che si permette di dire che bisogna intervenire sul diritto di sciopero”.

Il sipario è calato sulle note della classica “Bella ciao” e di “Un’ora sola ti vorrei”, ironizzando sulla sola ora concessa da Renzi ai sindacati a Palazzo Chigi il 7 ottobre scorso.

La giornata di piazza ha destato reazioni in tutta Italia, ottenendo consensi e commenti favorevoli, ma ovviamente anche critiche. Fanno da esempio le parole del presidente di confindustria, Giorgio Squinzi che è invece intervenuto dal palco dei giovani imprenditori a Napoli: “Non credo francamente che in questo momento di grave crisi manifestazioni o scioperi siano la migliore delle soluzioni. Tutti siamo convinti che la questione cruciale sia far ripartire il lavoro e la domanda interna“.

Critiche a parte,  i sorrisi di Camusso e l’euforia dell’intero gruppo dirigente di corso d’Italia dicono molto sul successo della manifestazione e non saranno passati inosservati ai partecipanti della Leopolda, arrivata alla seconda giornata. Lo stesso premier Renzi, che sarebbe dovuto rimanere dietro le quinte, è invece salito sul palco del “Laboratorio di idee”. Prima di dare avvio ai dibattiti però, è stato rispettato un minuto di silenzio per ricordare Reyhaneh Jabbari, la ragazza giustiziata in Iran per aver ucciso il suo stupratore.
Subito dopo si sono susseguite quelle che secondo Renzi sono le “15 testimonianze di persone che hanno creato posti di lavoro e vogliono ragionare dell’Italia che non si arrende e si rimette in moto”. Subito dopo è intervenuto il Premier, che ha annuncia: “Io al massimo faccio due mandati nello spirito della Leopolda. Al massimo arrivo al 2023“.

Con queste parole sono arrivate però, anche bocciature pesanti. Come quelle di Civati, che accusa Renzi di parlare come Berlusconi, e di Fassina, che lo accusa di aver organizzato una kermesse fiorentina, quando si poteva tenere una manifestazione di tutto il partito.

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