Si accertino le responsabilità. E’ vero che i manifestanti avevano concordato con le forze dell’ordine di concludere la manifestazione dentro Città della Scienza? Se sì, a Napoli troppi irresponsabili affondano l’intera città
Napoli, 8 novembre – Non si placano le polemiche all’indomani degli scontri tra i manifestanti aderenti al corteo contro il decreto Sblocca Italia che si è tenuto ieri a Bagnoli, e che ha visto una conclusione violenta nei pressi dell’ingresso di Città della Scienza.
In un comunicato pubblicato sul sito di Città della Scienza, la direzione della Fondazione Idis Cds, usa aspri toni di condanna – come è giusto che sia in questi casi – nei confronti di coloro i quali hanno tentato di entrare con la forza nell’area del parco tecnologico di Coroglio. CdS si dice sotto attacco e non risparmia una netta condanna all’indirizzo di giovani, studenti e precari del mondo della scuola, che però avrebbero programmato, d’intesa con le forze dell’ordine e con la Digos in particolare, non solo il percorso da Fuorigrotta a Bagnoli, ma anche la sua conclusione con un’assemblea pubblica da tenersi proprio nei locali di Città della Scienza.
Su Facebook, nel gruppo Bagnoli 80124, Eddy Sorge, del Laboratorio Politico Iskra, uno dei gruppi promotori della manifestazione di ieri, commenta così un nostro articolo: “giusto per capirci – l’ingresso a Città della Scienza (per fare una semplice assemblea) era concordato con la Digos. Così come tutto il corteo. Arrivati sul posto invece ci hanno accolti blindando lo stesso ingresso che loro avevano detto sarebbe stato libero per entrare e fare l’assemblea da lì sono nate le tensioni e gli scontri. Quindi evitiamo di parlare di “violenza” perché la violenza è quella loro non di certo di chi oramai ha capito che deve auto-difendersi per non prendere più mazzate”.
In una nota diramata dal “Coordinamento campano contro il decreto 133” che ha manifestato ieri, si legge: “Il coordinamento accusa la Questura di Napoli di aver deliberatamente provocato gli incidenti, imbottigliando la testa del corteo in un cul de sac composto da cancelli chiusi e schieramenti di polizia, impedendogli sia di entrare a Città della Scienza per svolgervi la prevista assemblea pomeridiana sia di proseguire per Coroglio. Ed ancora una precisazione: “All’iniziativa (la manifestazione conclusasi con gli scontri, ndr) sono stati invitati i parlamentari e gli assessori comunali presenti al corteo, testimoni dell’atteggiamento irresponsabile e provocatorio dei funzionari di polizia responsabili dell’ordine pubblico. E’ stato formalmente invitato il sindaco De Magistris, che avrebbe dovuto partecipare alla assemblea pomeridiana ed è stato trattenuto da imprevisti all’aeroporto di Milano”.
La Direzione della Fondazione Idis etichetta i manifestanti come “Violenti ben noti; che godono di una incomprensibile impunità e agibilità; spesso coperti da settori delle istituzioni, alcuni esponenti delle quali – e persino alcuni parlamentari – erano oggi al corteo”. E lamenta come, a causa della manifestazione: “Centinaia di bambini e ragazzi, semplici visitatori, partecipanti ai congressi in corso a Città della Scienza, centinaia di lavoratrici e lavoratori che erano all’interno della struttura, insomma migliaia di persone, sono stati presi in ostaggio e terrorizzati da settori violenti organizzati e pronti – da giorni evidentemente – all’assalto a Città della Scienza”.
La nota continua con “camorristi, violenti e sfascisti” e si conclude con un’esortazione alla magistratura: “Chiediamo infine alla Magistratura di conoscere finalmente nomi e cognomi di chi ha incendiato il Museo e di garantire l’agibilità democratica sul territorio”.
E’ vero, i nomi di chi ha appiccato il fuoco al Museo di Città della Scienza oltre un anno fa, ancora non sono noti, ma ci risulta che la magistratura per quell’incendio abbia indagato il custode, cioè un dipendente di Città della Scienza e questi, l’atto doloso, lo avrebbe compiuto, sì, con finalità camorristica. Abbinare quello che è accaduto ieri con la necessità di chiarezza di quell’accadimento, ora, ci appare un tantino fuori luogo e tendenzioso, ma forse è solo una nostra erronea chiave di lettura. Di sicuro la scelta dei tempi è pessima.
Ci viene da dire, si verifichi attentamente chi ha provocato chi. Anche se la violenza in ogni sua forma è sempre da condannare, e lo facciamo fermamente anche noi dalle pagine del nostro giornale, quotidianamente, da condannare sono anche le prevaricazioni provocatorie.
E se Eddy avesse detto il vero, così come ci è stato confermato da più parti? Se la conclusione del corteo doveva avvenire dentro le mura di Città della Scienza con una pubblica assemblea, come stabilito con la Digos – che di sicuro a sua volta avrebbe dovuto comunicare la cosa anche alla direzione di CdS, – allora il blocco dei manifestanti all’ingresso di via Coroglio ci pare assai discutibile. In tal caso assumerebbe i connotati di una inutile e dannosa provocazione non solo per i manifestanti, ma per l’intera città, la cui immagine ne esce fortemente lesa da comportamenti irresponsabili che provengono da più parti. Istituzioni comprese.