In visita al carcere minorile di Nisida, Roberti ha lanciato un messaggio forte al governo di Renzi
18 dicembre – “Ad oggi la lotta alle mafie e alla corruzione non è una priorità per il governo. Lo diventi. Solo una rivoluzione culturale salverà il paese”, questo il messaggio forte lanciato al governo Renzi dal procuratore antimafia Franco Roberti, in visita al carcere minorile di Nisida.
Roberti ha denunciato infatti che “il contrasto alla corruzione e alla criminalità economica non è mai veramente entrato nelle strategie e negli obiettivi dei nostri governi. Soltanto ora lo si riconosce e se ne indicano le fin troppo facili cause”.
Motivo per cui Roberti riconosce e sottolinea l’importanza di “una stagione di riforme per cambiare il paese. È il momento di operare, di spendersi per il riscatto di Napoli e dei suoi giovani. Prioritario risulta essere il contrasto alla criminalità organizzata. Fondamentale la lotta serrata alla corruzione recidendo i legami perversi con le istituzioni, tra il mondo di mezzo e l’alta società non con strumenti emergenziali ma con logiche strutturali”.
Intanto, a seguito dello scandalo “Mafia Capitale”, le pene per il reato di corruzione sono aumentate. Il premier Renzi a seguito del Consiglio dei Ministri sulla giustizia ha infatti annunciato che “la minima passa da 4 a 6 anni, la massima da 8 a 10”.
Dal canto suo, il ministro della giustizia Andrea Orlando ha precisato che “il patteggiamento rimane una via possibile, ma non potrà escludere la possibilità della pena detentiva. Oltre all’intervento generale sulla prescrizione aumenta anche la prescrizione per il reato di corruzione: aumentando di due anni la pena massima si allungano di due anni i termini di prescrizione”.
Provvedimenti questi che hanno riscontrato, a detta di Renzi, “la piena condivisione di tutti” e che rafforzano il Ddl di riforma penale che faceva parte del pacchetto Orlando.
Di seguito, il comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri:
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha approvato delle norme che saranno inserite nel disegno di legge di riforma della normativa penale sostanziale e processuale, con le quali si mira a inasprire la normativa di repressione in materia di corruzione, per un più efficace contrasto giudiziario del grave fenomeno criminale.
In particolare, si inaspriscono le pene del delitto di corruzione propria (pena minima 6 anni, pena massima 10 anni) anche al fine di aumentare i tempi di prescrizione del reato. Con l’aumento della pena minima, inoltre, si tende ad evitare che il processo possa concludersi, scegliendo il patteggiamento, con l’applicazione di pene talmente modeste da non apparire adeguate alla gravità del fatto.
La normativa, inoltre, migliora il già efficace strumento della cosiddetta confisca allargata, prevedendo che il provvedimento conservi efficacia anche quando nei successivi gradi di impugnazione sia sopravvenuta una causa estintiva del reato oggetto di accertamento.
Stabilisce, poi, che l’imputato, per chiedere il patteggiamento o l’emissione di condanna a pena predeterminata, debba restituire l’integrale ammontare del prezzo o del profitto del reato contestatogli, venendo meno in caso contrario l’ammissibilità della richiesta di definizione anticipata del giudizio. Ciò al fine di assicurare che il profitto di questi gravi delitti sia sempre oggetto di recupero a fini di confisca.
FOTO: tratta da ansa.it