Bulimia, quando la sfida si vince. La forza di una giovane donna che si racconta, Marzia

Lettera alla Redazione. “Ero arrivata al punto di pensare che fosse giusto, dopo aver mangiato, andare in bagno e vomitare”

bulimiaIl peso è una questione delicata nella nostra società e io mi sono sempre sentita osservata ma soprattutto giudicata per questo. Purtroppo la scelta di dimagrire è una cosa che riguarda la persona che deve farlo e basta, senza nessun intermediario che gli dica continuamente quanto pesa e quanto deve dimagrire. In più una persona che tende a mangiare in eccesso (e non per fame) è la stessa che nel sentirsi richiamare di continuo non vorrà smettere di ingerire cose a caso.

Personalmente per tanto tempo ho ricevuto questo tipo di “critiche“, ma il fatto è che quando ti viene detto di continuo che sei grassa, anche se non lo sei, finisci per crederci e, di conseguenza, per diventarlo. Oltretutto ho passato una marea di tempo a incolpare prima uno e poi un altro del fatto che io fossi in sovrappeso, senza mai incolpare la vera responsabile, cioè me stessa.

Non bisognerebbe lasciarsi andare e non bisognerebbe mai farlo così. Ero arrivata al punto di pensare che fosse giusto, dopo aver mangiato, andare in bagno e vomitare, anche se non l’ho mai fatto. Questa però non è una consolazione, perché vomitare è solo lo stadio finale della malattia e anche se, ripeto, non sono mai arrivata a farlo davvero, il fatto che ci avessi pensato già era malattia di per se. Malattia psicologia, s’intende.

Questo pensiero mi ha ossessionato per mesi ed ho anche cominciato a “mangiare bene” di mio, senza esagerare con il cibo spazzatura e tutte quelle porcherie che i ragazzi come me usano consumare. Poi ho deciso di farmi seguire da un’esperta e le cose sono andate meglio. Ho dovuto scegliere io di prendere questa strada, perché finché erano gli altri a impormi un regime alimentare finivo sempre per non seguirlo o addirittura per mangiare di nascosto ciò che gli altri mi proibivano. Nonostante il mio “mangiare bene” iniziale però, quando ingerivo qualcosa che ritenevo “di troppo”, la mia mente pensava sempre “Potrei andare in bagno e vomitare, due secondi ed è come se non avessi mangiato nulla!“.

Alla fine ho convinto me stessa che questo non era il modo giusto, che non è così che si scende di peso e che non potevo buttarmi giù così per una scemenza simile. Una scemenza finché non si creano situazioni come quella della bulimia.

A oggi non ho ancora raggiunto completamente il mio obiettivo, ma sto lavorando affinché sia sempre più vicino. Ora comincio ad essere fiera di me stessa, per quello che sto facendo per me, perché alla fine ho ritrovato la strada giusta.

Marzia

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