Corte dei Conti, Squitieri: “Il pericolo più serio per la collettività è l’assuefazione al malaffare”

Secondo i magistrati contabili: “Crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso”

Raffaele_SquitieriNon usa parole tenere, il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, all’inaugurazione dell’anno giudiziario tenutosi a Milano, due giorni fa. Nel giorno più importante a livello istituzionale per la magistratura contabile e davanti alle più alte cariche dello Stato, tra cui il Presidente del Senato Piero Grasso e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Squitieri avverte: “Il pericolo più serio per la collettività è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi”. Lo fa sottolineando, come “crisi economica e corruzione procedano di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra”. Un’illegalità che nel paese tra i più corrotti al mondo, quale l’Italia è, ha effetti devastanti, non solo sull’economia reale ma anche nel rapporto tra cittadini e classe dirigente del Paese.

Per questo Squitieri, invita ad agire: “Non possiamo lasciare che prenda forza l’idea di una società incapace di compiere scelte collettive, di perseguire a livello di Amministrazione pubblica obiettivi concreti e di garantire un sistema di servizi efficiente e sostenibile”. Per far questo, si rende necessario: “Riorganizzare le strutture dello Stato, puntando a che queste rispondano con rapidità e trasparenza ai bisogni dei cittadini”.

Il procuratore generale Salvatore Nottola, pone l’accento sul fatto che quando ci si imbatte in episodi di criminalità economica “il contrasto degli illeciti non è efficace senza il recupero delle risorse sperperate”. Nottola, ha anche ricordato, come le competenze della Corte dei Conti siano “fortemente aumentate e rese sempre più specialistiche”. Per tale motivo, secondo quest’ultimo: “Visto che i magistrati si sono ridotti del 30%, sarebbe doveroso reintegrare gli organici”.

Concentrandosi maggiormente sul tema economico, Squitieri cita recenti previsioni, secondo le quali nel 2016 il livello di Pil italiano resterebbe di ben sette punti al di sotto di quello del 2007, anno precedente allo scoppio della crisi mondiale. Quanto alla caduta del prezzo del petrolio e al deprezzamento dell’euro, sottolinea come “l’impatto dovrebbe essere positivo ma il quadro che si prospetta, è assai difficile da decifrare. L’economia italiana – ricorda Squitieri – è caratterizzata da un quadro di estrema fragilità e di perdurante sfiducia degli operatori”.

Parole le sue, pronunciate come precedentemento detto, davanti al Capo dello Stato Mattarela, il quale con la sua aria seriosa ascoltava attento. Chissà se almeno lui può fare qualcosa per convincere il parlamento ad una seria legge contro la corruzione. I cittadini non si vorrebbero “assuefare”.

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