Migliore apprezza la disponibilità di Cozzolino a spostare la competizione all’8 marzo ma intanto le primarie del partito democratico sono ancora in bilico. E De Luca non la prende bene
Anche la data del 22 febbraio potrebbe non essere quella giusta per le primarie del Partito democratico in Campania. È questo quello che si evince dalle parole di Gennaro Migliore che non può dichiarare rinviate le consultazioni perchè non spetta a lui, ma fa capire che molto probabilmente, ci sarà un nuovo rinvio. Sarebbe il quarto.
Arrivando in Piazzetta Sanità (Napoli) a bordo di un minivan, Migliore ha dichiarato di apprezzare la disponibilità dell’europarlamentare Andrea Cozzolino a spostare la competizione all‘8 marzo perchè questo “garantisce tutti sul piano della trasparenza e permette di sviluppare una vera campagna elettorale”. Riguardo alla polemica sull’autocandidatura, Migliore afferma di aver soltanto “risposto ad una richiesta perchè – dice – ci sono quelli che si autocandidano e quelli che hanno un larghissimo seguito all’interno del partito”.
Tra le altre cose, Migliore spiega anche come intende affrontare la campagna elettorale e afferma di voler andare in tutto il territorio regionale “perchè la regione è qui e non a Palazzo Santa Lucia”.
Nel frattempo, Cozzolino punzecchia Vincenzo De Luca, riferendosi alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto quest’ultimo, legata all’inceneritore di Salerno e che gli è costata una condanna a un anno di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici. Afferma Cozzolino: “Io al suo posto avrei fatto un passo indietro e posso dirlo con serenità, essendo stato il candidato che, dal primo momento, ha voluto confrontarsi con lui senza attendere una sentenza della magistratura e – conclude – ho tuttavia grandissimo rispetto per le scelte che farà Enzo De Luca”.
Proprio quest’ultimo, non vuol sentir parlare di rinvio delle primarie e la sola ipotesi lo manda su tutte le furie. Tuona De Luca: “L’immagine del PD è ormai quella di un circo equestre. Lo scontro è chiaro – continua – da una parte burocrati, capetti, gruppi e sottogruppi; dall’altra i cittadini ed i militanti, che chiedono solo il diritto di partecipare e di scegliere”.
Il candidato, paventano in molti, potrebbe non uscire dalle primarie. Queste potrebbero non svolgersi e a quel punto il candidato sarebbe scelto da Roma. Da Matteo Renzi, magari. E non è detto, che questa sia l’ipotesi migliore.