Convegno dragaggio, occasione per parlare del porto di Napoli per il rilancio dell’economia regionale

“Dragaggio dei porti, requisito essenziale per la competitività del sistema marittimo” è il nome del convegno svoltosi a Roma che il 19 febbraio scorso ha consentito di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica anche la situazione del porto di Napoli

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Promosso da Federazione del mare, Assoporti e Federagenti ha visto la partecipazione di Stefano Tibaldi, Presidente di AssoArpa e di Silvia Velo, sottosegretario di Stato del Ministero dell’Ambiente. I temi trattati sono stati i dragaggi portuali e loro criticità ed il recupero di competitività dell’inetro comparto.

Sensazione “ragionevolmente positiva” dovuta all’attenzione a livello nazionale nei confronti dei dragaggi da effettuare al Porto di Napoli è stata espressa da Umberto Masucci, vicepresidente di Federazione del Mare e del Propeller Club del porto di Napoli. L’operazione di dragaggio, che consiste nell’asportare sabbia e detriti mediante macchine scavatrici del fondale marino eviterebbe la perdita di capacità di trasporto merci. In Italia le merci movimentate sono scese da 240 a 203 milioni di tonnellate. Una migliore organizzazione del Porto potrebbe fungere da motore propulsivo per l’intera economia partenopea.

Al convegno si è discusso dell’argomento anche in ottica nazionale, in quanto la situazione portuaria italiana riversa in una condizione di stallo e di arretratezza, perlopiù frutto di un mancato raggiungimento di un accordo tra le Regioni. In merito alla nostra Regione, “C’è un ritardo grave della politica, in questo momento più che mai c’è l’esigenza di velocizzare gli obiettivi. C’è molto da fare e speriamo, al di là delle situazioni dei singoli schieramenti, che sembrano in confusione, che la politica sia in grado di mettere gli uomini giusti al posto giusto, al di là dei colori”. Questo il parere di Pietro Russo, presidente della Confcommercio Napoli. Secondo Russo, il volano dell’economia partenopea può e deve essere il Porto di Napoli , “che è commissariato da circa due anni e non riesce ad evolversi nelle sue esigenze strutturali”.

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