#laBuonaScuola, salta il decreto e Renzi sceglie la via parlamentare

Il Ministro dell’Istruzione Giannini, indispettita dalla decisione di adottare un disegno di legge per la Buona scuola, avverte: “Così sono a rischio le 150.000 assunzioni di settembre”

Renzi scuolaNon ci sarà il decreto per #laBuonaScuola ma un disegno di legge. Lo ha deciso il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che vuole così rispondere a quanti lo hanno accusato di un atteggiamento “dittatoriale”, visto il numero di decreti legge adottati dall’esecutivo (più di 35 ad oggi). La sua decisione, anche alla luce del richiamo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha auspicato un maggior coinvolgimento delle Camere da parte dell’esecutivo. Il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, dalle pagine di Repubblica, dice di essere stata tenuta all’oscuro di tale decisione e afferma: “Sono basita, avevamo messo a posto tutto, con un lavoro di cesello faticosissimo”. Stamane è previsto un incontro tra ministro e premier.

Visto l’allungamento quasi certo dei tempi, rischiano di sfumare le assunzioni di settembre, secondo alcuni 150.000, secondo altri qualcuna in meno (intorno alle 120.000). Ma non è finita qui. Grazie al miliardo destinato alla scuola dalla Legge di stabilità, sarebbero state rinforzate materie come Inglese, musica, arte e si sarebbe proceduto ad una digitalizzazione della scuola, addirittura con l’acquisto di stampanti 3D. Un piano ambizioso e difficile da realizzare quello del Governo, visto che oggigiorno, spesso negli istituti scolastici viene richiesto agli insegnanti di acquistare la carta per le fotocopie.

Adesso la palla passa al Parlamento. Si preannuncia battaglia, soprattutto per quanto riguarda l’istituzione di un fondo sperimentale per la detrazione delle rette scolastiche delle scuole paritarie, come vorrebbero e hanno chiesto 44 parlamentari Dem.

Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti, ha dichiarato: “I fondi alle scuole paritarie private oltre ad essere un vero e proprio spreco, sono uno schiaffo alla dignità alla scuola pubblica e alle migliaia di studenti, insegnanti e famiglie che le frequentano. La scuola pubblica – continua – vive una situazione drammatica, massacrata dai tagli degli ultimi sei anni e – conclude – pensare di equiparare sulla scala delle priorità il finanziamento delle private è offensivo“.

Anche il premier, ha chiarito di non essere d’accordo con il bonus alle private, voluto fortemente dall’alleato di governo NCD. Il bonus, creerebbe a Renzi molti problemi nell’elettorato, oltre alle difficoltà che il Ministero dell’Economia avrebbe nel reperire i fondi (circa 400 milioni).

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