Terra dei Fuochi, ancora tre sequestri nel Giuglianese

Luigi Di Maio, del M5S, chiede chiarezza sulla morte del magistrato impegnato in Terra dei fuochi: “chi indaga tocca sempre i fili dell’alta tensione”

Federico BiscegliaGiugliano, nel cuore della tristemente famosa area denominata Terra dei fuochi, è lo scenario di uno degli ennesimi sequestri di aree adibite allo smaltimento illegale di rifiuti speciali. Sono tre vaste aree ad essere oggetto del sequestro condotto dagli agenti del commissariato di Giugliano sotto la guida del primo dirigente Pasquale Trocino: la prima è in via Santa Caterina da Siena, proprio vicino il centro abitato; la seconda è sul tratto stradale che da Giugliano conduce a Parete; la terza è lungo la Domiziana. L’operazione di sequestro con l’interdizione dell’area per la classificazione dei rifiuti pervenuti, è svolta in collaborazione con l’Esercito impegnato per il controllo di Terra dei Fuochi.

Intanto è giallo sulla morte del pm della Procura di Napoli Federico Bisceglia, magistrato in prima linea per le indagini sui rifiuti e le violazioni ambientali nella Terra dei Fuochi. Bisceglia è morto in un incidente stradale lungo l’A3 Salerno-Reggio Calabria, nei pressi di Castrovillari. Anche se per gli inquirenti non ci sarebbero dubbi sulla natura accidentale dell’incidente, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, del Movimento 5 Stelle, in un post su facebook di ieri, ha evidenziato la sua perplessità sulla dinamica che appare poco chiara perché l’auto del magistrato si è schiantata contro le barriere laterali in un tratto rettilineo non interessato da lavori di ammodernamento. Di Maio ha scritto: – “La magistratura farà le sue indagini e spero riveli presto la verità. Ma su queste cose ho smesso di credere al caso. Quando si tratta di Terra dei Fuochi, di rifiuti e di violazioni ambientali, gli interessi in gioco sono internazionali. E chi indaga tocca sempre i fili dell’alta tensione”.

Terra dei Fuochi è ormai sinonimo di reato ambientale e morte prematura da tumore. Lo scempio dei rifiuti abbandonati e dati alle fiamme che devasta questo territorio giorno dopo giorno da decenni non si è certo arrestato grazie al decreto del Governo Renzi di un anno fa. Si è spento forse solo un po’ il clamore mediatico che aveva indotto per l’appunto il Governo a mettere mano a misure straordinarie che avrebbero dovuto finalmente porre fine agli eco-reati perpetuati in quest’area. Tanti i ministri che si sono susseguiti con la stessa promessa infranta di risolvere definitivamente i mali di Terra dei Fuochi. Renzi e il ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti sono solo gli ultimi in ordine di tempo ad aver fatto promesse.

A sottolinearlo anche Legambiente con il dossier “Terra dei Fuochi, a che punto siamo?” pubblicato dal movimento ambientalista il 10 febbraio scorso. – “Il popolo inquinato e la parte sana dell’economia non possono più aspettare” aveva commentato Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente commentando il dossier in cui si evidenzia che ad un anno dall’entrata in vigore della legge sulla Terra dei Fuochi, poco e niente è stato davvero fatto.

“I risultati delle indagini dirette sui terreni di 51 siti definiti prioritari e maggiormente a rischio in 7 Comuni non sono ancora stati resi noti, anche se i lavori sul campo sono stati conclusi e la pubblicazione dei risultati doveva essere fatta entro il 9 giugno 2014. In questi 57 Comuni ci sono ancora 1.335 siti potenzialmente inquinati su cui non sono state fatte ancora analisi dirette. Anche le bonifiche rimangano una chimera: nella maggior parte dei casi tali operazioni non sono neanche iniziate. Fino ad oggi non sono state previste neanche le attività di risanamento delle falde fortemente contaminate e nelle aree agricole, presenti in aree potenzialmente inquinate e vicine ad impianti di smaltimento rifiuti, non sono state attivate procedure di analisi e caratterizzazione. Inoltre non è stata eseguita nessuna attività nei 31 comuni che nel giugno 2014 sono stati aggiunti ai precedenti 57” è quanto si legge dal Dossier di Legambiente.

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