La scelta di abbandonare la decretazione d’urgenza e adottare il ddl crea perplessità e dubbi sulla tempistica delle assunzioni dei 150 mila precari nel settore scolastico entro settembre 2015
Roma, 12 marzo – Oggi, nel corso del question time che ha preceduto di un’ora il Consiglio dei ministri, nel corso del quale è stato presentato il ddl su “la Buona Scuola”, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini ha risposto alle interrogazioni poste da Fi, Area popolare, M5s,Pd, Sel e Lega.
Il nodo cardine della riforma della scuola è il piano di assunzione dei precari e proprio su questo punto arrivano le maggiori perplessità da parte dell’opposizione. La decisione di Renzi di abbandonare la via della decretazione d’urgenza per adottare quella del disegno di legge suscita non pochi dubbi sulla possibilità di rispettare l’annuncio delle 150 mila assunzione nel biennio 2015- 2016.
Altro punto chiave è la precisa copertura finanziaria dei provvedimenti che il governo vuole adottare. Luzzi (Fi) parla di operazione elettorale che graverà sulle finanze pubbliche in quanto è palese una sottovalutazione dei costi ed il numero dei docenti da assumere dovrebbe essere conseguente alle risorse individuate. Sulla stessa riga segue la senatrice Blundo, del M5s, che chiede una maggior chiarezza sulle cifre che il governo intende destinare all’assunzione dei precari.
In risposta il Ministro Giannini ha innanzitutto chiarito che la necessità assoluta di instaurare un dialogo costruttivo con il Parlamento è il motivo che ha spinto il governo a scegliere lo strumento del ddl. Confermato il piano di assunzioni per quest’anno nel rispetto dei principi che sono stati scelti in modo definitivo: le graduatorie di merito e le graduatorie ad esaurimento. Per quanto riguarda le risorse già assegnate dalla Legge di stabilità saranno precisate nel disegno di legge. Stanziati 1 miliardo per il corrente anno e 3 miliardi a regime.
Altri aspetti fondamentali del ddl sono l’autonomia della scuola sia sul piano didattico che organizzativo potenziando i poteri dei dirigenti scolastici che potranno scegliere gli insegnanti. Per quanto riguarda la flessibilità didattica è previsto il curriculum dello studente che consentirà di scegliere materie opzionali ma saranno indicate le line guida per il potenziamento di alcune discipline tra cui educazione musicale. Inoltre non saranno più possibili i contratti a tempo determinato stipulati con personale docenti, educativo e amministrativo-tecnico che superano una durata complessiva di 36 mesi in conformità con la sentenza della Corte di giustizia europea.
Intanto questa mattina, contro la riforma della scuola, sono scesi in piazza gli studenti. In migliaia hanno sfilato, con striscioni e slogan, nelle principali città italiane; in particolare a Milano ci sono stati tafferugli con le forze dell’ordine.