Cosentino: soldi e posti di lavoro per la Polizia penitenziaria del carcere di Secondigliano in cambio di favori

Documenti, mozzarella ed informazioni in cambio di denaro. Così l’ex segretario si guadagna un trattamento di favore nel carcere di Secondigliano. Sotto accusa ora una guardia, il cognato e la moglie

cosentinoNuova ordinanza di custodia cautelare per l’ex sottosegretario Nicola Cosentino, già detenuto in carcere e ora accusato di corruzione. Finisce così nuovamente nell’occhio del ciclone della giustizia. L’accusa, emessa dalla Dda di Napoli, è di concorso in corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio. L’ex segretario, detenuto nel carcere di Secondigliano, otteneva favori dagli agenti della Polizia penitenziaria in cambio di soldi e posti di lavoro. Ordine di arresto anche per il cognato di Cosentino e un agente di Polizia. Obbligo di dimora invece per la moglie.

36 sono stati gli incontri, monitorati e filmati, tra Umberto Vitale, agente della Polizia penitenziaria di Secondigliano, e Giuseppe Esposito, cognato di Cosentino e consigliere comunale a Trentola Ducenta. Le indagini del Pm Fabrizio Vanorio e del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, hanno dimostrato rapporti, stretti prima e dopo l’arresto, tra Cosentino e gli agenti della Polizia penitenziaria che gli avrebbero permesso di ottenere un trattamento di favore.

“Alcuni agenti della polizia penitenziaria – spiega la Procura di Napoli – illecitamente remunerati attraverso somme di denaro o assunzioni di propri parenti, facevano arrivare a Cosentino messaggi dei suoi familiari o comunque provenienti dall’esterno, gli recapitavano beni e utilità varie, contravvenendo a quanto imposta dalla normativa carceraria e consentivano all’ex politico di muoversi liberamente nell’Istituto penitenziario durante la notte”.

Tra gli oggetti ritrovati, di circa 30 tipologie vietate, dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta nella cella un Ipod, diversi medicinali, dei pacchi contenenti mozzarella e alcuni documenti di un procedimento in corso a carico della famiglia di Cosentino.

A quanto pare l’agente Vitale avrebbe incontrato il cognato dell’ex politico presso un distributore di benzina a Succivo, in provincia di Caserta. È durante questi incontri che avvenivano gli scambi di oggetti ed informazioni che poi Vitale portava in carcere a Cosentino. In un singolo filmato si vedono i due parlare senza scambiarsi apparentemente nulla, motivo per cui la Procura ha ipotizzato uno scambio di informazioni attraverso un linguaggio in codice.

Con l’accusa di concorso in corruzione anche la moglie di Cosentino ha ricevuto l’obbligo di dimora. Mentre per Vitale ed Esposito, inchiodati dai filmati, è stato emesso l’ordine d’arresto. Cosentino, trasferito alla fine di marzo a seguito delle indagini nel carcere di Terni, invece è attualmente detenuto per collusione con il clan camorristico dei Casalesi. La Cassazione lo ha definito un “politico bruciato” parlando dell’inchiesta a suo carico sul presunto monopolio di carburante nel Casertano.

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