Qui Roma con la carica dei 100.000 tra insegnanti, genitori e studenti. In piazza contro il Ddl #laBuonaScuola

FLC, CGIL, CISL, UIL, SNALS e GILDA di nuovo insieme dopo sette anni. L’avvio del corteo da Piazza della Repubblica, per poi ritrovarsi tutti a Piazza del Popolo, dov’era stato allestito un palco per gli interventi dei leader sindacali. Gli slogan principali sono: “Si alla riforma della scuola ma non così” e “No al preside sceriffo”. Presenti anche esponenti delle opposizioni in Parlamento. Il Governo: “Ascoltiamo e siamo aperti a modifiche, ma non torniamo indietro”

Sciopero DocentiSono ritornati a manifestare insieme dopo sette lunghissimi anni i principali sindacati della scuola. I cortei in sette città e molte le scuole chiuse. A Roma, i manifestanti si sono dati appuntamento a Piazza della Repubblica e poco prima delle 10.00 il corteo è partito alla volta di Piazza del Popolo, dov’era stato allestito un palco per gli interventi dei principali leader sindacali. Moltissimi gli insegnanti presenti, provienienti soprattuto dal Lazio, Campania, Umbria e Marche.

Tra le ragioni della protesta: gli sgravi alle scuole paritarie decisi dal ddl, i finanziamenti privati alla scuola pubblica, i soldi mancanti per l’edilizia scolastica, ma sopratutto un ripensamento dell’autonomia. In particolare viene contestato l’accentramento di poteri nelle mani dei dirigenti scolastici, che con questa riforma potranno scegliere loro chi chiamare a lavoro. Per i manifestanti, i presidi saranno trasformati in “Manager” e in “presidi-sindaci”. Lo striscione più presente in piazza è stato: “Riforma sì ma non così”.

Per la leader e segretaria della CGIL Susanna Camusso, quella di oggi è stata una “delle più grandi manifestazioni che ci siano mai state sulla scuola”. Durante il corteo, la sindacalista ha affermato: “C’è bisogno di avere una scuola pubblica, che permetta davvero ai ragazzi e alle ragazze di partecipare. Poi c’è il tema della lotta alla dispersione scolastica e dell’effettivo diritto allo studio – continua – C’è bisogno di libertà di insegnamento e di un funzionamento della scuola come comunità, perchè la scuola è una comunità, è necessario cambiarne la filosofia – conclude. – Vedremo gli effetti di questa protesta e se necessario cambieremo modalità di lotta”. Camusso non fa mancare le critiche al governo, in particolare a Renzi e dice: “Io penso che ci sia un’arroganza infinita, che è quella di rispondere a ogni obiezione con il tirare dritto, cioè con l’assenza di argomenti, senza l’idea di come bisogna cambiare”.

Alla manifestazione di Roma (e nelle altre città) erano presenti anche esponenti dell’opposizione, in particolare del Movimento Cinque Stelle e Sinistra Ecologia e Libertà. Alessandro Di Battista (M5S), scrive sui social: “Oggi eravamo in tanti, in tantissimi. Ma a noi del M5S a volte non ci riconoscono perchè giriamo senza scorta – e sul Ddl buona scuola – La cosa grave è che in alcuni territori (non soltanto nel sud Italia), i presidi potranno subire ricatti, intimidazioni o regalie per promuovere un insegnante o altro”.

Il leader di Sel Nichi Vendola, dice: “Se ieri eravamo tutti contro la Gelmini oggi siamo tutti contro la Giannini e – continua – Oggi tutto il mondo della scuola si ribella ad una riforma che è un’ingiuria, una mortificazione, una violenza. Abbiamo – conclude – gli insegnanti peggio pagati d’Europa, edifici fatiscenti, un’altissima percentuale di dispersione scolastica”.

In piazza anche esponenti della minoranza dem, tra i quali Stefano Fassina, che è stato contestato e accusato di fare scarsa opposizione. “Le vostre lotte – ha detto Fassina – le condivido tanto che sono qui. Giustamente qui c’è gente arrabbiata con il Pd. Ci sono anche persone che hanno votato Renzi ma che oggi si sentono offese e umiliate”.

Matteo Renzi, da Bolzano dove si è recato per un comizio elettorale a sostegno del candidato sindaco Pd, ha dichiarato di volere “Ascoltare la protesta” ma da un esponente del governo arrivano brutte notizie per gli insegnanti. Davide Faraone, ha infatti dichiarato che il governo non è disposto a tornare indietro sul ruolo del dirigente scolastico previsto dalla riforma. “Abbiamo rafforzato – afferma Faraone – sì il ruolo del collegio dei docenti e del consiglio d’istituto, ma il ruolo del preside-sindaco non è in discussione”.

Anche la titolare del dicastero dell’Istruzione Stefania Giannini, non tende la mano agli insegnanti e sugli idonei afferma: “Una cosa è avere la patente, una cosa è la macchina”, sottolineando come questi ultimi “non abbiano vinto un concorso”. Giannini, ha anche parlato di “sciopero politico” e assicurato che il governo è compatto e coeso nel portare avanti la riforma.

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