Questa la richiesta avanzata dalla Procura di Napoli nell’ambito del processo per la compravendita dei senatori. Berlusconi avrebbe versato 3 milioni di euro all’ex parlamentare Sergio De Gregorio perchè cambiasse schieramento e contribuisse alla crisi del governo Prodi
Cinque anni per Silvio Berlusconi, attuale leader di Forza Italia e quattro anni e 4 mesi per il faccendiere (ex direttore del quotidiano l’Avanti) Valter Lavitola. Questa è la richiesta avanzata dalla Procura di Napoli nell’ambito del processo per la compravendita di senatori, cui l’ex parlamentare Sergio De Gregorio ha dato un contributo importante oltre ad aver patteggiato la pena.
L’impianto accusatorio del processo, si basa su un presunto versamento di 3 milioni di euro, che l’ex presidente del Consiglio avrebbe fatto avere tramite Lavitola a De Gregorio perchè cambiasse schieramento e contribuisse a determinare la crisi del governo Prodi post elezioni del 2006.
Lavitola, in alcune dichiarazioni rese spontaneamente, ha sostenuto di non sapere di essere stato il veicolo della presunta corruzione, dicendo: “Sono stato corriere inconsapevole. Mi si accusa di avere portato mezzo milione di euro a De Gregorio in un pacchettino. Io ho dato questi soldi black (in nero, ndr), ma sono stato solo un postino, non conoscevo la ragione del pagamento”. De Gregorio, deponendo al processo, avevo spiegato come funzionava quella che lui stesso aveva definito la compravendita dei senatori: “Ho pattuito con Berlusconi – aveva dichiarato – di passare allo schieramento di centrodestra in cambio di 3 milioni di euro di cui uno corrisposto sotto forma di finanziamento al Movimento Italiani nel mondo e il resto in contanti, somme consegnatemi in varie rate da Lavitola, che mi disse che la ‘provvista’ avveniva attraverso conti esteri”.
La reazione di Berlusconi non si è fatta attendere: “Una richiesta, quella della Procura di Napoli, che confligge con la realtà e con tutte le risultanze processuali, in linea con la tradizione dei peggiori processi politici. Confido che il Tribunale – aggiunge il leader azzurro – voglia rapidamente ristabilire la verità dei fatti e pronunciare una sentenza totalmente assolutoria”. Di diverso avviso il pm Alessandro Milita per il quale la compravendita di senatori è “una vicenda che resterà nei libri di storia e servirà come monito per il futuro. Qui abbiamo il potere economico che acquista le persone per sfruttarne le funzioni e dirigerne il voto”. Per il pubblico ministero Vincenzo Piscitelli l’Operazione libertà dell’allora leader dell’opposizione ha rappresentato un “colossale investimento economico diretto ad ottenere l’unico risultato che interessava all’uomo Berlusconi, ossessionato solo dalla volontà di mandare a casa Prodi e prenderne il posto”.
Gli avvocati di Berlusconi hanno depositato al tribunale una missiva in cui l’ex presidente del Consiglio chiede di dichiarare insindacabili le condotte al centro del processo perchè coperte da immunità parlamentare. Il 7 luglio ci saranno le arringhe degli avvocati del collegio difensivo e per il giorno 8 luglio è prevista la sentenza.