Dopo che il ministro greco Varoufakis aveva avanzato l’opzione di congelare il sistema creditizio, il Parlamento ha approvato il referendum con cui il governo di Alexis Tsipras porterà al voto i cittadini il 5 luglio per scegliere se accettare o meno le proposte d’accordo. Bce lascia invariati i fondi d’emergenza per le banche, il titolare delle finanze afferma: “Angela Merkel ha ancora la chiave per la soluzione e spero che la utilizzerà”
Con 178 voti a favore e 120 contrari il Parlamento greco ha stabilito che sarà il popolo, attraverso un referendum, a decidere le sorti degli accordi del paese con i creditori internazionali. “Ci accusano di aver fatto un colpo di stato, invece questa si chiama democrazia”: così Tsipras ha commentato l’esito della votazione che ha visto favorevoli anche il partito di estrema destra Alba Dorata, oltre alle due formazioni di governo Syriza e Anel. Contro hanno votato i partiti europeisti – i conservatori di Nuova Democrazia, i socialisti del Pasok e il partito di centro sinistra To Potami – oltre al partito comunista Kke. Il voto è arrivato nel corso di una seduta notturna dell’assemblea convocata proprio nel giorno della rottura dei negoziati a Bruxelles sulle nuove condizioni che i creditori internazionali vorrebbero imporre al Paese in cambio di un nuovo piano di aiuti.
“Votate no al referendum, lottiamo contro pratiche di cui l’Europa dovrebbe vergognarsi”: così il leader di Syriza invita i cittadini a rifiutare l’accordo con i creditori; gli ha replicato il leader dell’opposizione di Nea Dimokratia, Antonis Samaras: “Non ti permetteremo di sciogliere il Paese”, e si è anche scontrato con la presidente della Camera, Zoì Kostantopoulou, accusandola di partigianeria.
Tsipras nel suo intervento ha chiarito la dinamica delle ultime trattative sostenendo di aver negoziato con un atteggiamento cooperativo e non a carte coperte, con l’obiettivo di un compromesso equo: “Voglio assicurarvi che personalmente ho fatto quello che potevo. Alla fine hanno prevalso le voci estreme tra i partner e le istituzioni”.
L’appello di Tsipras potrebbe però non essere accolto dagli stessi cittadini greci, infatti, secondo i primi sondaggi sulle intenzioni di voto pubblicati dalla società demoscopica Alco dopo l’annuncio del sì alla consultazione, la maggioranza assoluta della popolazione sarebbe a favore di un nuovo piano di restrizioni pur di continuare ad avere in cambio gli aiuti economici; è previsto un 57% di consensi contro un 29% di no, la restante parte si dice ancora indecisa.
Intanto il consiglio della Bce lascia invariati i fondi d’emergenza Ela (Emergency liquidity assistance), infatti dalla nota dell’Istituto di Francoforte si legge che “il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere il massimale per la concessione di liquidità di emergenza (Ela) alle banche greche a livello deciso venerdì 26 giugno”. Mario Draghi, governatore della Bce sottolinea: “Continuiamo a lavorare a stretto contatto con la Banca di Grecia e con forza sosteniamo l’impegno degli Stati membri ad agire per affrontare le fragilità delle economie dell’area dell’euro”.
In un’intervista alla ‘Bild’, il ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis, sottolinea il ruolo fondamentale della Germania per gli accordi internazionali: “Non potevamo accettare la proposta ma non potevamo nemmeno respingerla data l’importanza della questione per il futuro della Grecia; per questa ragione abbiamo deciso di rivolgerci ai nostri cittadini per dare a loro la scelta” se accettare o meno la proposta avanzata dai creditori. Il ministro greco si è detto aperto a nuove proposte da parte delle istituzioni europee dopo il fallimento del negoziato, affermando: “Angela Merkel ha ancora la chiave per la soluzione e spero che la utilizzerà”.