Caos Regione Campania: la magistratura deciderà se De Luca potrà governare. Ricorso urgente per la “sospensiva della sospensione”

Il presidente della Regione Campania presenterà alla prima sezione Civile del Tribunale di Napoli ricorso urgente contro la sospensione disposta per decreto dal premier Matteo Renzi

vincenzo-de-luca-regionaliVincenzo De Luca, presidente “sospeso” della Regione Campania, si aggrappa ai giudici e presenterà oggi stesso ricorso urgente alla prima sezione Civile del Tribunale di Napoli contro il decreto di sospensione firmato venerdì, ai sensi della Legge Severino, dal premier Matteo Renzi.

Stamane si sarebbe dovuta tenere la prima seduta del Consiglio regionale ma la consigliera Rosetta D’Amelio, incaricata di convocare il Consiglio, ha deciso di rinviarlo perchè ogni atto disposto da De Luca, essendo quest’ultimo sospeso, sarebbe risultato nullo. L’unica mossa che può fare De Luca per tentare di tornare in possesso delle sue funzioni è appunto quella di ricorrere alla magistratura, chiedendo la “sospensiva della sospensione”.

Si tratta di una strada tutta in salita e dagli esiti incerti. De Luca dovrà sperare in esito favorevole della magistratura entro il 12 luglio. Per Statuto Regionale della Campania, infatti, non possono trascorrere più di 20 giorni dalla proclamazione degli eletti (avvenuta in data 22 giugno) alla prima seduta del Consiglio. Per il caso de Magistris, i giudici impiegarono 10 giorni per decidere (ricorso il 15 giugno, decisione il 25 giugno).

Se la sospensione non arriva, visto che non pensa di dimettersi e far tornare i cittadini alle urne, De Luca potrebbe scegliere di forzare la mano, nominando giunta e vicepresidente. Ma nascerebbero altri problemi: l’atto sarebbe illegittimo (essendo De Luca sospeso) e come ipotizzato da qualcuno (vai all’articolo), potrebbero sorgere altri guai giudiziari per il “presidente sospeso”. Oltretutto secondo indiscrezioni non smentite, il vicepresidente dovrebbe essere Fulvio Bonavitacola, che non può assumere la carica perchè deputato: dunque incompatibile.

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