Il pagamento della Grecia che era oggi in scadenza non è arrivato, ora Atene non potrà ricevere nuovi finanziamenti fino a che non avrà pagato gli arretrati. Intanto Tsipras cerca un compromesso in extremis
Atene, 1 luglio – In attesa del voto del 5 luglio, il premer Tsipras ha chiesto un nuovo piano di aiuti e una riformazione del debito ma da Berlino la Merkel frena: “attendiamo i risultati della consultazione”. Nella lettera di due pagine inviata ieri a Bruxelles il presidente greco afferma la sua volontà di accettare tutte le condizioni poste dai creditori, chiedendo solo poche e minime variazioni.
Tra le richieste di modifica delle proposte, Tsipras si è concentrato sui punti riguardanti la riduzione del 30% dell’Iva sulle isole, il rinvio delle riforme sull’età pensionabile e il mantenimento di una “sovvenzione di solidarietà” per i pensionati poveri per un periodo più lungo di quanto proposto. D’altro canto il governo greco si è detto disponibile ad accettare le proposte delle istituzioni con le correzioni indicate nella lettera “come parte dell’estensione del programma Efsf in scadenza e del nuovo programma Esm” per il quale una richiesta è stata presentata ieri.
A spegnere gli entusiasmi ci ha pensato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble affermando che il negoziato con la Grecia non può tornare allo “status quo”, essendo in una situazione completamente nuova; inoltre il ministro ha aggiunto che “non è una base per parlare di misure serie” riferendosi alle avances di Tsipras. Si è espresso in merito anche il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis: “siamo in una diversa procedura, il programma è scaduto, ora bisogna negoziare un nuovo programma ma prima serve l’ok dell’eurogruppo a stabilire un nuovo progetto”, inoltre ha rimandato l’analisi della proposta greca all’incontro previsto alle 17.30 in conference call: “La Commissione europea sta valutando in via preliminare le richieste del governo greco e presenterà le proprie analisi all’Eurogruppo di oggi”.
Gerry Rice, direttore delle comunicazioni del Fmi, in una dichiarazione riguardo gli obblighi finanziari della Grecia al Fondo monetario internazionale, ha confermato il mancato pagamento della Grecia scrivendo in una nota: “Confermo che il pagamento (Dsp) da 1,2 miliardi di dollari (1,5 miliardi di euro circa) dovuto dalla Grecia al Fondo monetario internazionale oggi non è stato ricevuto; abbiamo informato il nostro board esecutivo che la Grecia è ora in ritardo e può ricevere finanziamenti del Fmi solo una volta pagati gli arretrati”.
Intanto il referendum greco del 5 luglio resta una delle grandi incognite: l’opinione pubblica greca è già spaccata, infatti da un sondaggio condotto da ProRata per il giornale Efimerida emerge la riduzione del divario tra il fronte del “no” all’accettazione del piano di salvataggio proposto dai credito e quello del “sì”, complice l’aumento parallelo di preoccupazione tra il popolo greco. Come riportato da NapoliTime (vai all’articolo) dai dati di lunedì, i sì erano al 30% e i no al 57%, ora i “sì” sono saliti al 37% e i “no” sono scesi al 46%, riducendo il divario dal 27% al 9%. Cresce il numero degli indecisi, passati dal 13% al 17%: sono loro l’ago della bilancia.