Con la fine del commissariamento e l’elezione di Giuseppe Romano a presidente parte un nuovo corso per il consorzio. La sfida è attrezzarlo per le aziende e rendere il territorio più competitivo
Il Consorzio ASI di Napoli è un Ente pubblico economico, che ha lo scopo di favorire il sorgere di nuove iniziative industriali nella circoscrizione provinciale di Napoli. Alle aziende insediate in quest’area (tra cui le multinazionali Unilever, Alenia, Seda, ecc), il consorzio fornisce servizi come l’erogazione del servizio idrico e la manutenzione stradale ma, costituito nel 1962, non è mai riuscito ad assolvere efficacemente il suo compito, tanto che la gestione delle aree industriali in provincia di Napoli è spesso additata come un fattore di svantaggio competitivo.
Tradizionalmente considerato come un “carrozzone” con tanta politica e poca impresa, nel 1995 viene commissariato per l’incapacità di eleggere una propria governance. Il commissariamento sarebbe dovuto durare solo 6 mesi dall’ottobre del 1995 e cioè da quando l’allora presidente della Regione Campania Antonio Rastrelli nominò il commissario Vezzioli, al fine di ricostruire gli organi di governo previsti dallo statuto (assemblea dei comuni e consiglio di amministrazione).
Non andò così e dal 1997 si andò avanti nominando commissari. Il penultimo, nominato nel 2012 dalla giunta Caldoro fu Luciano Califano. Il conferimento dell’incarico avvenne (come si legge da delibera) per “garantire la continuità dell’azione amministrativa nell’ambito del processo di effettivo risanamento economico-finanziario dell’Ente e riorganizzazione della struttura per creare le condizioni di concreto ripristino degli organi statutari, nonché la regolare gestione ordinaria dell’Ente”. Nel frattempo, infatti, man mano che si avvicendavano i commissari l’Ente accumulò debiti per oltre 20 milioni (l’80% nei confronti di alcune aziende). Una situazione che ha finito per danneggiare le aziende stesse, che per far fronte ai servizi non erogati dal consorzio sono state costrette a sostenere costi altissimi.
Ad aprile 2015 la svolta per mano del commissario Antonio Marchiello, che riesce a riunire i soci e far nominare all’assemblea un presidente: è il sindaco di Brusciano Giuseppe Romano. Successivamente c’è stata una manifestazione d’interessse a cui hanno risposto presente 70 imprese interessate ad insediarsi. Non solo, il consorzio è riuscito a varare, grazie a un finanziamento regionale ed europeo, progetti per 68 milioni di euro per il recupero ambientale e infrastrutturale.
Per il consorzio sembra partito un nuovo corso e che si sia chiusa una brutta pagina di cattiva politica, che ha danneggiato gravemente il tessuto industriale della provincia di Napoli. Alla nuova governance l’ardua sfida: poter portare il consorzio in attivo e attrezzarlo per rendere le aziende e il territorio più competitivo.