Il Centro Studi di Confagricoltura ha previsto un incremento della produzione del 13% in più rispetto allo scorso anno, meteo permettendo
Avrà anche appiccato numerosissimi roghi estivi nonché causato malori legati ad esso, ma il grande caldo di quest’anno non ha creato soltanto disagi, anzi: l’estate afosa ed asciutta ha giovato alle colture d’uva che, stando al Centro Studi di Confagricoltura, produrranno un 13% in più rispetto allo scorso anno, fino ad avere 7 milioni di tonnellate d’uva per la produzione di vino.
Nonostante si sia verificato un incremento di produzione rispetto allo scorso anno, questo è comunque minore del 2,9% di quello registratosi, invece, nel 2013; tuttavia, Confagricoltura è ottimista, infatti commenta: “Il 2015, con un quasi più 13% circa stimato di uve prodotte, in media, sul territorio nazionale, dovrebbe consentirci di recuperare il calo produttivo della scorsa annata, molto penalizzante in termini quantitativi”. Come sempre, però, nulla è mai scritto, infatti, le previsioni fatte da Confragricoltura potranno cambiare o non in base al meteo delle prossime settimane.
L’incremento produttivo dei vigneti, però, non riguarda tutte le zone dell’Italia, o almeno, non tutte alla stessa maniera; ad evidenziarlo è Andrea Faccio, presidente della Federazione vino di Confagricoltura che afferma: “Le nostre proiezioni sono frutto di una rilevazione differenziata sul territorio. In alcune zone l’incremento delle rese è decisamente superiore, in altre, a causa di calamità naturali impreviste, si è perfino registrato un calo delle quantità raccolte.”
L’unica certezza del “vino 2015” e dunque della vendemmia di quest’ano è la qualità, che, come afferma Faccio, “si prevede ottima”.