Un infortunio al legamento crociato del ginocchio destro, quattro interventi chirurgici alle spalle, un male sconosciuto lo tiene fermo al letto da due anni
Lui è Francesco Santonastato, un giovane napoletano di 30 anni con un passato alle spalle di calciatore nelle giovanili del Chieti. La sua storia è fatta di un travaglio senza fine che lo tiene a letto da 2 anni, senza conoscere quale sia il male che lo ha fermato. Ci ha contattati attraverso la nostra Pagina Fan una sua amica, una delle tante persone che tramite Facebook sta provando ad aiutarlo.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per capire cosa avremmo potuto fare noi per lui. Francesco, dal tono delle sue parole, è come tutti i ragazzi, grintoso e combattivo, con tanta voglia di vivere. Negata da due anni. Dopo un infortunio calcistico che lo ha costretto ad un’operazione al legamento crociato del ginocchio destro. Un’operazione come tante se ne vedono nel mondo del calcio, si direbbe, ma dal risvolto inquietante.
Le vicissitudini di Francesco cominciano nel 2011, quando subisce il primo di 4 interventi. Due mesi di ricovero per un’infiammazione post-operatoria. A seguire altri tre interventi che sembravano risolutivi. Ma non è stato così. “A dicembre 2013 si scatenano i primi sintomi gravi che mi limitano la vita fino a portarmi a marzo 2014 all’allettamento totale” – è il racconto del giovane.
L’ultimo dei quattro interventi a marzo di quest’anno per rimuovere le viti in titanio al ginocchio, nella speranza che l’origine dei guai fosse una sorta di intossicazione. Ma nulla.
E via con l’elenco dei tormenti fisici della sua storia infinita. Un vero calvario che dura tutt’oggi senza sapere quale sia l’origine dei suoi mali. “Nel primo ricovero al Cardarelli, – ci dice il giovane – ottenuto a distanza di mesi dall’intervento, nessuna diagnosi ma con rilevazione di ipotensione ortostatica, tachicardia posturale e ipertrofia concentrica ventricolo sinistro. Nel secondo ricovero sempre al Cardarelli ancora nessuna diagnosi con rilevazione di prolasso mitralico ed infezioni frequenti, con febbre di natura sconosciuta. Il terzo ricovero è al Policlinico di Napoli senza nessuna rilevanza”. E l’elencazione di Francesco continua. “Ricovero al Neuromed di Pozzilli dove si esclude una patologia neurologica. Ricovero a Chieti con rilevamento della solita tachicardia posturale pericardite, prolasso mitralico, splenomegalia, asportazione di un polipo dal colon reflusso gastrico e gastrite ed ipertensione diastolica ortostatica”. Un bollettino medico disarmante, ma nessun intervento risolutivo, nessuna certezza per Francesco, costretto ancora a letto.
Il suo è un grido disperato che lancia attraverso le pagine di NapoliTime. “Chiedo aiuto da parte dello Stato e della Sanità italiana perché si faccia di tutto per salvarmi la vita!” Il suo è un appello che mette i brividi: “Non si può lasciare morire un ragazzo così giovane senza una diagnosi. È una vergogna!“
Il fisico lo ha tradito nelle aspettative di una vita normale, la medicina fino ad oggi non è riuscita a dargli una risposta. Ma la grinta è tanta e ci “suggerisce” il Cnr di Pisa, mentre aspetta ancora una telefonata perchè possa essere ricoverato al San Raffalele di Milano. Un ricovero previsto per la fine di settembre, ma con una telefonata che non arriva e la necessità di fare presto. “Bisogna correre – ci dice –, anticipare i tempi” e qui sembra che ritornino alla memoria i suoi trascorsi calcistici. Ha voglia di tornare a correre, Francesco. Aiutiamolo a vivere.
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