50 mila cause in più rispetto al 2014: è l’effetto prodotta dalla legge sul “Divorzio breve” entrata in vigore dal 26 maggio e di cui si sono avvalse le coppie che avevano richiesto la separazione negli anni precedenti. Questo spiega il motivo dell’impennata di divorzi registrata nei mesi di giugno e luglio
Roma, 24 agosto – Quella che sta per finire è stata sicuramente un’estate da record sia dal punto di vista climatico che dei divorzi. Infatti l’Ami (Associazione matrimonialisti italiani) ha reso noto che nei mesi estivi di giugno e luglio si è registrata una vera e propria impennata delle richieste di separazione, circa 50 mila cause in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tuttavia non vi è alcun legame tra il caldo africano che ha investito il nostro Paese e la valanga di divorzi ma il motivo di tale fenomeno trova una valida spiegazione nell’effetto prodotto dal “Divorzio Breve”.
La nuova legge sul divorzio breve, entrata in vigore dal 26 maggio, riduce a 12 mesi la durata minima del periodo di separazione per poter procedere con la domanda di divorzio e a 6 mesi per quanto riguarda le separazioni consensuali. Una legge di cui hanno potuto avvalersi tutte le coppie che avevano richiesto la separazione negli anni precedenti, spiega il presidente dell’Ami Gian Ettore Gassani. Ciò rende comprensibile l’aumento dei divorzi di questi mesi anche se il picco è atteso per l’autunno, tra i mesi di settembre ed ottobre, una manna dal cielo per molti avvocati divorzisti.
Nonostante questo fenomeno i matrimoni italiani non sono a rischio. Infatti Diego Sabatinelli, segretario della Lega italiana per il divorzio breve, rivela che questa tendenza non è assolutamente legata a un aumento generale della volontà degli italiani di divorziare anzi la situazione tornerà a normalizzarsi nei mesi avvenire e aggiunge “Era prevedibile che dopo l’approvazione del divorzio breve ci sarebbe stato un aumento di richieste da parte di tutte le persone che avevano già avviato le pratiche ed erano in attesa”.
Grande la differenza tra il Nord e il Sud. Probabilmente, secondo il presidente dell’Ami Gassani, “è il vento dell’Europa” a soffiare più forte sulle regioni settentrionali. I dati parlano chiaro: al Nord ci sono circa 400 separazioni ogni 1.000 matrimoni, mentre al Sud si arriva a stento a 190.