“La cena di Babette”, servita in tavola da 20 ragazzi disabili a Quarto

Dopo un percorso formativo di 6 masi, ieri sera, 20 ragazzi down di Quarto hanno servito la loro personalissima cena dalla preparazione dei piatti al servizio in sala. Dalla prossima settimana per loro si farà sul serio: gestiranno l’angolo bar di una scuola professionale

La.cena.di.BabetteNapoli, 10 settembre – Hanno abbattuto il muro del pregiudizio dimostrando a se stessi e agli altri di “saper fare” ma sopratutto che la disabilità non rappresenta un ostacolo all’autonomia e alla crescrita. Hanno affrontato un percorso formativo lungo 6 mesi, durante i quali, hanno imparato a servire una cena, partendo dalla preparazione in cucina, al servizio ai tavoli fino alla mescita dei vini nei calici. Ieri sera, a Napoli, fra i vigneti delle Cantine Astroni, hanno dato vita alla loro personalissima “Cena di Babette”. E’ il traguardo raggiunto da 20 ragazzi down e con deficit intellettivo che vivono a Quarto, nel Napoletano.

Hanno tutti tra i 18 e i 30 anni e sono riusciti a portare a termine con successo il percorso formativo chiamato “Modi gentili e semplici sapori” imparando a preparare e servire una vera e propria cena: chi si è occupato della preparazione dei piatti in cucina, chi del servizio in sala e chi ha servito i vini ai clienti con precisione e professionalità. Cosi dall’inizio alla fine sono riusciti a portare a termine la cena in un clima di commozione e al tempo stesso di soddisfazione

Tutti insieme, con l’aiuto di due professionisti, lo chef Michele Grande e il direttore di sala Stefano Piccirillo, hanno conseguito un importantissimo risultato che per i 20 ragazzi di Quarto rappresenta anche un punto di partenza visto che, a partire dalla prossima settimana inizieranno a lavorare sul serio: gestiranno l’angolo bar della scuola professionale “Multicenter School”, in via Campana, a Pozzuoli (Napoli).

Intanto continueranno a coltivare il loro sogno e delle loro famiglie: dar vita a una “fattoria didattica” con un allevamento di animali, la coltivazione e la trasformazione dei prodotti della terra, la produzione di piccoli oggetti di artigianato. Un progetto realizzato magari in un bene confiscato alla camorra, come dice Maria Trapanese, presidente dell’associazione di volontari e genitori “La bottega dei semplici pensieri”.

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