“Se M5s non c’è, intesa con Ncd e questione di fiducia”. Così il Presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico all’assemblea dem
Roma, 21 febbraio – Il Governo è pronto a porre la questione di fiducia sulle unioni civili. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, all’assemblea dem che si è tenuta quest’oggi a a Roma. “Se M5s non c’è – ha detto Renzi –, intesa con Ncd e questione di fiducia”. Questo potrebbe però voler dire addio alla stepchild adoption, cioè quella norma che consentirebbe al componente di una coppia dello stesso sesso, che dà vita a una “unione civile”, di poter adottare il figlio del partner. Il Nuovo Centrodestra, alleato di governo del Pd, ne ha infatti sempre chiesto lo stralcio.
All’annuncio di Renzi, quest’oggi nel duplice ruolo di primo ministro e segretario di partito, le opposizioni non ci stanno. C’è, infatti, più di qualche voce critica sia nei dem che nel governo stesso. “La fiducia al governo su un tema etico è una ipotesi semplicemente aberrante. I numeri vanno trovati in Parlamento, auspicabilmente partendo dalle forze di maggioranza, con il governo dieci passi indietro”, ha scritto Enrico Zanetti, segretario dell’alleato di governo Scelta Civica. Mentre nella minoranza dem a farsi sentire è stato Roberto Speranza, che ha affermato: “Se salta la stepchild adoption non ci sto. Nel 2013 si è fatto un congresso, vinto da Renzi, in cui la posizione era unioni civili e stepchild così come nel programma con cui Bersani si presentò alle elezioni. Se accordo di governo significa rinunciare alla stepchild sono contrario”.
Il M5s tenta invece di togliere a Renzi ogni alibi. Il pentastellato Luigi di Maio, ospite di Lucia Annunziata alla trasmissione In Mezz’ora, ha affermato: “Sulle unioni civili noi ci siamo al 100%. Il Pd vuole votare la legge o fa propaganda? Noi – aggiunge – il ddl vogliamo votarlo articolo per articolo. Valuteremo poi gli emendamenti ma non per stravolgere la legge”. Di Maio, si è detto personalmente favorevole alla legge così com’è e quindi anche alla stepchild.
L’ipotesi della fiducia sulle unioni civili non va giù neanche a Forza Italia, che con il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, chiede al presidente della Repubblica Mattarella di vigilare. “L’eventuale ricorso alla fiducia sarebbe una ferita insanabile al Parlamento e al dibattito democratico”, ha scritto Brunetta in una nota.
“Non votate la fiducia senza stepchild adoption”. È questo l’appello che il capogruppo di Sinistra Italiana, Arturo Scotto, ha rivolto dal palco di Cosmopolitica, alla sinistra Pd. L’ipotesi della fiducia su un emendamento che arrivi da un accordo di governo sul ddl Cirinnà non piace neanche a Sel. Il coordinatore Nicola Fratoianni, ha detto: “Se Renzi vuole buttare a mare la stepchild lo dica senza furbizie”.
Il Pd, nonostante le rassicurazioni dei Cinque Stelle dice di “non fidarsi”. Per il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato: “Il M5s un giorno dice sì e un altro no alle unioni civili”. Quindi la decisione sul da farsi sarà presa soltanto martedì, quando il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda riunirà i parlamentari. All’incontro parteciperà anche il capo di governo. Due le opzioni: andare in Aula e votare tutto così com’è, emendamento per emendamento; oppure buttare giù un maxi-emendamento, dal quale togliere di mezzo la stepchild adoption, su cui porre la fiducia in modo da farla votare agli alleati della destra della maggioranza, dai cattolici del Pd all’Udc”. In quest’ultimo caso, per l’esecutivo di Renzi sarebbe il 52esimo ricorso all’arma della fiducia. Segno di una centralità dell’esecutivo sempre più invadente nella produzione legislativa del Paese.