La richiesta per lo streaming dell’incontro fatta dal sindaco de Magistris è stata respinta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nonché titolare della presidenza della stessa cabina di regia, Claudio De Vincenti
Napoli, 2 aprile – Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi è atteso in Prefettura a Napoli il prossimo 6 aprile, per partecipare alla cabina di regia su Bagnoli. Nel frattempo, continua lo scontro a distanza con il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che si è visto negare in queste ore la richiesta di streaming o di registrazione della seduta. La richiesta è stata respinta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nonché titolare della presidenza della stessa cabina di regia, Claudio De Vincenti. Quest’ultimo ha inviato una lettera al prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, nella quale spiega le modalità della pubblicizzazione dei lavori della cabina di regia su Bagnoli, chiarendo che non sono previste registrazioni audio dei lavori perché tali modalità sono state già regolamentate nella prima riunione del 2015.
“Ricordo – si legge nella lettera inviata da De Vincenti al prefetto – che le forme di registrazione di lavori della Cabina di Regia sono state definite, dalla stessa Cabina di Regia, nella riunione del 1 dicembre 2015, in applicazione dell’articolo 1, comma 3, del DPCM 15 ottobre 2015. Tale determinazione prevede la redazione di apposito processo verbale degli esiti delle riunioni, da approvare successivamente da parte dello stesso consesso e quindi inviato a ciascun componente, come da richiesta avanzata a suo tempo dal sindaco di Napoli. Peraltro, come è noto a tutti i componenti, i processi verbali effettivamente redatti e approvati riferiscono, oltre agli esiti delle riunioni, anche in forma sintetica ma esauriente, i contenuti delle discussioni. Pertanto, non sono previste, né ammesse, altre forme di registrazione”.
“Forse hanno paura della verità, forse hanno paura che diciamo verità scomode”, ha affermato de Magistris. “Verità scomode – ricorda –, come quelle che denunciammo un anno e mezzo fa sullo Sblocca Italia e sull’articolo 33 e che ora stanno emergendo dall’inchiesta sul petrolio in Basilicata. Renzi ha fatto lo Sblocca Italia, che noi abbiamo subito criticato perché vogliamo che a Bagnoli, come in tutta Italia, non siano distrutti il territorio, il mare, il paesaggio e non vogliamo operazioni di opacità istituzionale che danno vita a commistioni vergognose tra presunto interesse pubblico e ben individuati interessi privati”.