La mancata presenza del sindaco, secondo quanto riferito da quest’ultimo, non è dovuta alla lontananza politica dal presidente del Consiglio, ma a un mancato invito a partecipare alla cerimonia
Napoli, 10 novembre – “Non siamo stati invitati a partecipare come relatori. Sebbene il parterre sia così autorevole, credo che la capitale del Mezzogiorno e terza città d’Italia in simili iniziative non può essere solo osservatore”. Lo ha affermato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, rispondendo ai giornalisti che chiedevano il motivo della sua assenza all’inaugurazione dell’anno accedemico all’Aeronautica Militare di Pozzuoli (vai all’articolo). Quindi i motivi della mancata presenza del sindaco non sono dovuti alla lontananza politica che quest’ultimo ha rispetto al presidente del Consiglio, ma, secondo quanto riferito da de Magistris, a un mancato invito a partecipare alla cerimonia.
Anche se i rapporti tra i due sul piano politico non sono buoni, de Magistris ha affermato negli scorsi giorni di non volersi sottrarre a impegni istituzionali congiunti, come dimostrerebbe la firma del Patto per Napoli (vai all’articolo).
Questo sul piano dei rapporti istituzionali, sul piano politico invece la distanza c’è tutta e de Magistris lo ha dimostrato anche questa mattina, scrivendo sulla propria pagina Facebook: “La nuova Costituzione firmata Renzi-Boschi è inquietante anche per certi particolari dall’aria innocua e dagli effetti potenti. Per esempio – ha proseguito – il nuovo art. 116 sull’autonomia delle Regioni modifica quello precedente puntualizzando una cosa: che si possono concedere più poteri di autogoverno solo a quelle Regioni ‘in condizione di equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio’. Attenzione al trucco: un altro vincolo di natura economica viene introdotto nella Carta a misurare i diritti col metro della moneta. In questo modo solo le Regioni più ricche potranno scegliere in autonomia le proprie politiche del lavoro, della scuola, del governo del territorio, dell’ambiente, dei beni culturali. E le altre? Si prenderanno quello che deciderà lo Stato.
“Un principio disgustoso: i cittadini avranno servizi a velocità diverse per volere della Costituzione”, ha sottolineato il sindaco. “Il disegno di unità nazionale dei padri costituenti, la Costituzione del diritto e dell’uguaglianza, vengono ancora sfigurati con la tenaglia dei bilanci e con la lama dell’economia. Si può accettare – ha continuato – che la Carta fondamentale promuova la diseguaglianza fra i cittadini? In un documento pubblico i consiglieri regionali del Pd Emilia Romagna hanno sottolineato questa novità come pregio della riforma: dal lato dei più forti si capisce che va bene. Hanno parlato di ‘regioni virtuose’. Chissà come va inteso questo nuovo concetto di virtù fondato sulla ricchezza. Mi domando se questa nuova virtù comprende pure quello che è successo a Goro”.
“Il nuovo art. 116 – ha concluso – rischia di aumentare le differenze fra il Nord e il Sud del Paese; una disparità che i padri costituenti volevano sanare, e che invece stavolta, per la prima volta, sarà avallata dalla Costituzione. Ma noi perché dovremmo dire sì a tutto questo? Che vergogna!”.