Gentile Direttore,
le scrivo in merito all’articolo “Terremoto dell”80. C’era una volta Romagnano al Monte”. Nel 1980 non ero ancora nata, non ho vissuto il terremoto ma ho vissuto e vivo la mia vita tra i ricordi, i racconti, le storie, le vite dei Romagnanesi prima, durante e dopo il 1980. Quando ho letto l’articolo che avete pubblicato sul mio paese, sono rimasta molto male, perchè quello raccontato nell’articolo non è Romagnano e i personaggi dei quali si racconta non sono assolutamente e lontanamente vicini alla realtà, quelli dell’articolo non sono mai esistiti.
Io non so quale fosse l’intento del vostro articolo, da quale sentimento fosse mosso l’autore, se la sua memoria lo ha tradito. Ma Romagnano è tante cose, ci sono miliardi di storie da raccontare, di vite, di tradizioni, di cibi. C’è tanto da dire sul terremoto, su quello che hanno vissuto le persone in quei giorni. Dei 16 anni passati nei prefabbricati ad aspettare finalmente una casa. Ci sono gli sguardi, le mani, le gobbe degli anziani che da sole possono raccontare tacendo. La mia non vuole essere nè una polemica nè un’accusa. Ma ho sentito la profonda necessità di scriverle queste poche righe e di manifestarle i sentimenti negativi che da Romagnanese, ha suscitato in me la lettura dell’articolo. La invito magari a visitarlo Romagnano, a fare due chiacchiere con qualche “memoria storica”.
La ringrazio e le porgo i miei più cordiali saluti. G.T.
Gentile lettrice,
innanzitutto grazie per la sua testimonianza.
NapoliTime le offre la possibilità di raccontare il “suo” paese ed esprimere quell’amore profondo che traspare dalla spinta emotiva che l’ha messa in contatto con noi. Per precisare il suo punto di vista. Ci racconti una delle tante storie, ci parli delle vite vissute a Romagnano, le tradizioni, i cibi. Saremo lieti di dare spazio ai suoi ricordi e al suo racconto. Ma è anche giusto che lei riceva una risposta.
E lo fa direttamente l’autore del racconto, Luciano Scateni per NapoliTime. Eccola:
Non so davvero cosa ci sia di negativo nel racconto sulle conseguenze del terremoto che ha raso al suolo Romagnano al Monte, purtroppo come altri luoghi della Campania. Ho conosciuto quel paese arroccato sulla montagna poco prima del sisma, per firmare una puntata della storica trasmissione di Rai1 “Nord chiama Sud” e sono stato ospite del sindaco di allora. Dopo il terremoto dell’80 ci sono tornato (era unico caso di immagini del prima e dopo) e l’ho fatto con sentimenti di solidarietà per le ferite subite.
A distanza di trent’anni ho ricordato quell’esperienza in una chiave narrativa che non è un articolo, ma appunto un racconto lontano mille miglia da toni negativi e sollecitato dagli eventi che hanno sconvolto in centro Italia. Il personaggio del giovanissimo mandriano, tifoso della Juve e in montagna per la transumanza, è autentico e autentica l’immagine della scuola devastata dal sisma. Non meno la “deportazione” subita dagli abitanti come è accaduto in altre dolorose circostanze causate da calamità naturali.
Come la signora o signorina Tortoriello probabilmente sa, i giornali, compresi i quotidiani Web, qual è NapoliTime, ospitano articoli di cronaca, ma non solo. Ed è il caso di Terremoto dell’80. C’era una volta Romagnano al Monte”, luogo di cui conservo vivi ricordi, filtrati com’è naturale, dal tempo.
P.s. E’ poco divulgata la riflessione sull’errore storico di edificare abitati sulla rigida solidità della roccia che com’è facile intuire non ammortizza l’onda d’urto del terremoto