Manca all’appello solo Virginia. Tra dimissioni, licenziamenti in tronco, fughe di assessori e funzionari, espulsioni grilline, il Campidoglio finirà presidiato solo dalla “vado avanti” sindaca
Forse l’unica sua dote, forse maturata alla corte di Previti, è il collante che la tiene inchiodata allo scanno dove al via di una miserevole conduzione del Comune più impegnativo d’Italia, accolse, con eterno e materno sorriso sulle labbra. l’incolpevole e smarrito figlioletto seduto tra assessori e consiglieri comunali. Si deve capire l’omertà del “comico” che fa quadrato e invita la Raggi a tenere duro. Ne va della sua esistenza politica. Si capisce anche l’incredibile e chiacchierato Di Maio: prova a driblare inefficienze e pasticci politico-amministrativi della sindaca per impedire che il Movimento frani, contestato dalla quota di grillini che hanno davvero creduto alla verginità 5Stelle, ma di vergine è rimasto solo il nome della sprovveduta Raggi.
Ultimo tassello di un mosaico che non è in grado di ricomporre è il doppio “elogio” sulle sue attitudini a ricoprire il ruolo. Grillo al telefono con Sgarbi (che conserva la registrazione) le si è rivolto con un eloquente “depensante, cretina” e l’assessore Berdini, in un colloquio registrato dall’intervistatore l’ha omaggiata con la definizione di “incompetente e inadeguata, circondata da una banda”. Le dimissioni di Berdini sono state “respinte con riserva”, inesistente formula istituzionale, poi la decisione di commissariarlo, e la caccia al sostituto, sport in cui Virginia eccelle per consolidata esperienza. Sullo sfondo rimane l’ostracismo a un componente della giunta che si batte contro gli abusi edilizi, evidentemente sgradito in vista di operazioni di segno contrario. A Berdini la solidarietà di eccelsi intellettuali.