Al Teatro Augusteo le scuole di San Giovanni a Teduccio, della Sanità e altri quartieri della città, hanno partecipato alla manifestazione “Palermo chiama Italia”, con cui si è ricordato il giudice Giovanni Falcone a 25 anni dalla morte
Napoli, 23 maggio – “È una scelta di campo: non si può essere un poco onesti, o lo si è o non lo si è. O si è uomini liberi o non lo si è”. Lo ha detto il procuratore generale di Napoli Luigi Riello, dal palco del Teatro Augusteo dove si è tenuta quest’oggi la manifestazione Palermo chiama Italia, con cui si è ricordato il giudice Giovanni Falcone a 25 anni esatti dalla morte. Alla manifestazione hanno partecipato le scuole di San Giovanni a Teduccio, della Sanità e di tanti altri quartieri della città. “Questa è una giornata importante, dopo la quale deve proseguire un impegno quotidiano, un impegno convinto”, ha aggiunto il procuratore.
“Ai ragazzi chiedo due cose: portante avanti la rivoluzione culturale e non lasciate soli chi lotta contro le mafie” ha affermato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Il primo cittadino, rivolgendosi agli studenti, ha ricordato che i giudici Falcone e Borsellino, sono stati uccisi perché lasciati soli dallo Stato e perché sono entrati in un gioco più grande di loro. Le mafie sono fuori dallo Stato ma sono anche nelle istituzioni ed è per questo che bisogna essere vicino a chi le combatte”.
“Oggi la società civile è più attenta, c’è meno indifferenza, ma a 25 anni non sappiamo tutta la verità sulle stragi. Non sappiamo perché fu fatta saltare l’autostrada a Capaci e perché ci fu l’autobomba a via D’Amelio”, ha aggiunto Magistris. “Un Paese senza verità – ha sottolineato – non è una democrazia compiuta. I ragazzi devono essere determinanti per quella rivoluzione culturale di cui parlava Giovanni Falcone”.