Legge elettorale, iniziati i lavori in commissione Affari Costituzionali della Camera

Pd-M5s-FI-Lega cercano un nuovo accordo: si va verso la riduzione di collegi e circoscrizioni

Roma, 3 giugno – Sono iniziati quest’oggi alle 16 i lavori in commissione Affari Costituzionali della Camera per l’esame della nuova legge elettorale, ispirata al modello tedesco, ma rivista in chiave italiana. L’inizio dei lavori era previsto per le 14.30, ma successivamente è slittato prima alle 15.30 e poi alle 16, perché i partiti cercavano un’intesa su una proposta di modifica del Partito Democratico a prima firma di Alan Ferrari.

La modifica accoglie diverse obiezioni suscitate dal primo testo. Tre sarebbero i punti del nuovo accordo: la riduzione dei collegi della Camera, che andranno a coincidere con quelli previsti per il Senato dal Mattarellum; la riduzione da 27 a 22 delle circoscrizioni proporzionali; la cancellazione della possibilità di candidature plurime in 3 diverse liste bloccate proporzionali.

Non accolte, almeno per ora, le richieste presenti in alcuni emendamenti di introdurre le preferenze, di doppia scheda, di voto disgiunto e di superamento della priorità di elezioni prevista per il capolista bloccato. Il Pd è a favore della riduzione delle pluricandidature, così un candidato potrebbe presentarsi solo in un collegio uninominale e in una lista proporzionale, anziché in tre come prevede il testo base. Il M5s chiede l’introduzione del voto disgiunto e l’eliminazione dei capilista bloccati.

Proprio l’assenza del voto disgiunto sarebbe profilo di incostituzionalità della nuova legge elettorale, qualora fosse approvata come si sta delineando in queste ore. Ne è convito l’avvocato Felice Besostri, che ha condotto battaglie contro Porcellum e Italicum. Besostri, nel corso di un’intervista al fattoquotidiano.it, ha spiegato che affinché la nuova legge elettorale assomigli al sistema elettorale tedesco, ci deve essere “perlomeno il voto disgiunto”, perché altrimenti “con il voto congiunto non c’è più il voto personale e diretto che prevedono gli articoli 48, 56 e 58 della Costituzione”.

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