Ius soli, al Senato si scatena il parapiglia. Costretta alle cure dell’infermeria la ministra Fedeli

Fedeli avrebbe preso una botta vicino a una sedia, quando alcuni senatori leghisti sono arrivati fra i banchi del Governo

Roma, 15 giugno – Bagarre al Senato nel giorno in cui il provvedimento sullo ius soli è tornato a Palazzo Madama, con la ministra all’Istruzione Valeria Fedeli costretta alle cure dell’infermeria, per una botta vicino una sedia che la stessa avrebbe preso quando i senatori leghisti, contrari al ddl, sono arrivati fra i banchi del Governo. Il leghista Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord, ha dovuto chiedere alla buvette una busta con cubetti di ghiaccio, dopo essersi fatto male alla mano e al ginocchio durante una colluttazione con altre persone, tra cui alcuni commessi. Centinaio protestava perché chiedeva di parlare. In precedenza, il senatore leghista Raffaele Volpi, aveva protestato con alcuni “vaffa” all’indirizzo del presidente del Senato Pietro Grasso, colpevole di aver dato la parola al relatore Salvatore Torrisi (Alternativa Popolare), anziché a Roberto Calderoli. Grasso lo ha espulso, salvo poi graziarlo successivamente, vedendo che Volpi rifiutava di lasciare l’Aula, provocando tra l’altro la sospensione dei lavori.

“Sto bene, grazie a tutte e a tutti. Non saranno i tentativi di sopraffazione a fermare una battaglia di civiltà come lo Ius soli”, ha scritto su Twitter la ministra Fedeli.

Il percorso del ddl, a quasi due anni dal primo via libera alla Camera, si preannuncia già tutto in salita. “Non si tratta solo di dare la cittadinanza a bambini che sono nati in Italia, ma a ragazzi che di fatto sono già italiani perché hanno vissuto e studiato nel nostro Paese”, ha spiegato la vicepresidente dei senatori Pd, Pina Maturani. “È dunque un dovere portare al più presto all’approvazione questa legge – ha sottolineato – e le accuse strumentali di forzatura per la nostra richiesta di avviare subito l’esame del ddl in Aula sullo ius soli sono una vile manovra propagandistica ed elettorale”.

Il M5s ha annunciato che esprimerà un voto di astensione. La Caritas, con il responsabile immigrazione Oliviero Fori, dai microfoni di Radio Vaticana, ha affermato di non capire i motivi dell’astensione dei Cinque Stelle su una “questione contingente, importante sulla quale chiediamo comunque che ci sia un posizionamento. Speriamo che magari arrivi all’ultimo momento”. Le motivazioni dei petastellati sono stati spiegate, ai microfoni di Fanpage.it, dal capogruppo M5s alla Camera Roberto Fico. “Un bambino è giusto che dove nasce abbia quella cittadinanza, ma va fatta una cosa seria, ordinata e fatta con il resto dell’Unione Europea”, ha detto il capogruppo pentastellato. “Per me – ha aggiunto – non c’è destra e non c’è sinistra nel M5S, ma c’è solo il fatto di guardare i provvedimenti e capire se siano buoni o no”. Fico ha detto ancora che “non è il principio della legge che non ci piace, siamo stati su tutti diritti, ma in questa legge non c’è niente dello ius soli”.

Ma come funziona lo ius soli nel resto d’Europa? In Germania vige il “diritto di sangue”, ovvero basta che uno dei due genitori abbia il permesso di soggiorno permanente da almeno tre anni e viva nel Paese da almeno otto anni per concedere al minore straniero la cittadinanza. In Gran Bretagna la cittadinanza viene riconosciuta a chi nasce in territorio britannico anche da un solo genitore cittadino britannico o che è legalmente residente nel Paese a certe condizioni. In Spagna diventa cittadino spagnolo chi nasce da padre o madre spagnola oppure chi nasce nel Paese da genitori stranieri di cui almeno uno deve essere nato in Spagna. In Svizzera lo ius soli non conferisce il diritto di cittadinanza, che si ottiene se si è figli di padre o madre svizzeri, se sposati, o di madre svizzera se non sono sposati.

Se il ddl in discussione al Senato dovesse passare, potranno avere la cittadinanza i minori stranieri nati in Italia che hanno frequentato e concluso il ciclo scolastico (ius soli culturae) o i nati in Italia che hanno uno dei due genitori beneficiari di permesso di soggiorno di lungo periodo e che risulta residente legalmente in Italia da almeno 5 anni (ius soli temperato). Il cittadino straniero nato in Italia, oggi, ha diritto alla cittadinanza solo se, una volta diventato maggiorenne, dichiari entro un anno di volerla acquisire e fino a quel momento abbia risieduto nel Paese legalmente e ininterrottamente. La questione della cittadinanza, ad oggi, dovrebbe riguardare circa 800mila minori stranieri figli di immigrati (su circa un milione che sono in Italia).

FOTO: tratta da ilsole24ore.com

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.