Ferite e contusioni compatibili con una caduta dal treno
Incidente, magari indotto da un’aggressione o da un cattivo funzionamento del sistema di sicurezza delle porte, o omicidio. Sono queste le ipotesi investigative su cui – apprende l’ANSA da fonti giudiziarie – sta lavorando la procura di Napoli Nord per venire a capo della morte di Ciro Ascione, il sedicenne di Arzano (Napoli) il cui cadavere è stato ritrovato ieri pomeriggio, a quattro giorni dalla scomparsa, ai margini della linea ferroviaria Napoli-Roma, prima della stazione di Casoria (Napoli). Gli investigatori tendono perciò ad escludere la tesi del suicidio. Tesi cui non crede neanche la famiglia che era in contatto con il ragazzo e che lo aspettava alla stazione di Casoria sabato sera proveniente da Napoli quando ha fatto perdere le proprie tracce.
Un primo esame sul corpo ha evidenziato ferite e contusioni compatibili con una caduta dal treno. Indagini in corso anche su una telefonata anonima che nei giorni scorsi avrebbe annunciato la morte del ragazzo.
“Non è stato un suicidio: Ciro è stato lanciato dal finestrino del treno”. Parola di Salvatore Ascione, papà di Ciro. “Dicono – spiega parlando con ‘Chi l’ha visto News’ – che mio figlio si è lanciato dal finestrino. Mio figlio non era un ragazzo che aveva dei problemi. Ciro non aveva nessun motivo per suicidarsi. Aveva preso il treno per tornare a casa. Lungo la tratta è stato lanciato dal finestrino..”.