Il 27 luglio 2012 alle Antiche Terme di Castellammare di Stabia nell’ambito della manifestazione “Quisisana Jazzevents in tour 2012” si è esibito Al Di Meola con il suo “World Simphony Duo” insieme con Peo Alfonsi chitarrista cagliaritano, nonché professore al Conservatorio di Parma.
Il duo è già rodato dalla collaborazione risalente al 2005 con Midsummer Night in Sardinia proseguita con l’esecuzione Live in Milano del 2008 che ha dato vita al disco “World Sinfonia”, nel 2009 al Mawazine Festival a Rabat in Marocco ed alla rappresentazione He & Carmen sempre del 2009.
Al Di Meola nasce a Jersey City con radici paterne beneventane è considerato uno dei migliori chitarristi al mondo premiato più volte dal “Guitar Player Magazine” come miglior chitarrista jazz, caratterizzato da una tecnica fluida sulle corde e dalla rapidità specie nel maneggiare il plettro, producendo quel suono inconfondibile simile ad un graffio sul cuore quando lo muove sulle corde. Il plettro regalato ai fans al termine di ogni concerto è divenuto ormai il cimelio più ambito dagli amanti di questo genere musicale.
Il suo lavoro musicale nasce dalla profonda conoscenza di stili e tecniche come il tango nuevo, jazz, fusion, flamenco, musica africana e brasiliana, per giungere sino alla lirica con la rivisitazione della Carmen, il tutto ricomposto secondo il cuore e l’armonia di Al Di Meola il cui risultato è ciò che dagli anni ‘70 lo caratterizza ma soprattutto ciò che incanta chi lo ascolta.
Il brano di apertura del concerto è stato The Infinite Desire composto con Pino Daniele del 1998, al quale si sono susseguiti brani del suo repertorio insieme con quelli tratti dal suo ultimo lavoro Pursuit of Radical Rhapsody.
Il Duo con Peo Alfonsi proposto in questo concerto, fa comprendere che nelle esecuzioni dei brani dell’artista oltre ad una innata bravura c’è bisogno dell’affiatamento perché il “feeling” è indispensabile, specie nei brani dove l’alternanza dei fraseggi deve essere eseguita al millesimo.
La sua apertura stilistica nonché la sua generosità di esecuzione traspare nelle note e nelle dediche dei brani che compone, come per Michelangelo’s Seventh child dove le note disegnano un paesaggio campestre composto dall’armonia familiare di un pomeriggio estivo.
Nella sua esecuzione traspare la sua passione e la sua ricerca verso suoni che uniscano ritmo e calore ma esigendo molto dalla tecnica rapida fin quasi a far arroventare le corde della chitarra. Proprio in questo Al Di Meola mostra la sua completezza nel dare sviluppo ai brani tra ritmo appassionato ed arpeggi di nostalgica dolcezza con passaggi melodicamente struggenti per poi tornare e concludere con una riaccensione del ritmo con velocità fatta di stacchi precisi e riprese entusiasmanti.
Spesso l’applauso è giunto prima del termine dei brani proposti perché l’orgasmo melodico che giungeva alle orecchie lasciava spazio solo ad un applauso quando il ritmo e le note rallentavano. Quando l’ultimo brano ha segnato il termine del concerto il vuoto sembrava essersi impadronito degli animi del pubblico presente che richiesto non uno ma due brani per il bis e che l’artista ha prontamente eseguito tra cui Mediterranean Sundance che è uno dei brani più noti eseguito nella versione più conosciuta con Paco De Lucia e John Mclaughlin nel disco del 1981, ed una versione “meoliana” del brano Bluebird dei Beatles.
Al termine della serata resta il suono passionale che di quei pezzi eseguiti sapientemente sotto lo sguardo di una luna anche lei incantata dal suono della sua chitarra.
FOTO DI: Pasquale Fabrizio Amodeo
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