Campania “Terra dei fuochi”. La preoccupazione per i roghi tossici aumenta. E’ allarme rosso per la salute pubblica.

Campania pulita. È il nome del piano che la Regione Campania farà partire nei prossimi giorni per combattere i “roghi dei rifiuti”.

L’assessore all’ambiente Giovanni Romano conferma l’esistenza dei primi fondi per circa 1 milione di euro che dice serviranno per sostenere in maniera concreta tutte le comunità locali che attraverso i loro sindaci chiederanno di appoggiare azioni per aumentare il controllo dei siti, pensando anche alla sorveglianza dal cielo coi “droni” per dare un forte segnale agli inquinatori con un effetto deterrente.

Già il ministro dell’ambiente Clini aveva annunciato giorni fa di aver immediatamente incaricato i carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di stilare un rapporto sulla situazione dei roghi tossici, assicurando che entro pochi giorni il dicastero dell’ambiente se ne farà carico. Ha inoltre aggiunto : “Non è tanto l’assenza dello Stato, quanto un’assenza di capacità di governo di quei territori. Che evidentemente sono stati affidati alle cure di altri”. Risultato: quei territori sono stati usati come discariche di rifiuti tossici e illegali anche esportati dalle grandi fabbriche del Nord, sottolinea Clini.

Ma per la bonifica dei siti inseriti in anagrafe pubblica sono necessari circa 913 milioni di euro, di questi una volta approvato il piano ne saranno disponibili poco più di un quarto, 220 a valere sull’Obiettivo 1.2 del POR 2007-2013. C’é urgenza di lavorare da subito per reperire i restanti fondi, perché le bonifiche rappresentano la priorità assoluta di questa regione.
L’assessore Romano disse che entro l’estate sarebbero partite le prime gare per utilizzare 282 milioni di euro di cui 141 del Ministero dell’Ambiente e 141 della Regione attraverso i fondi FAS. L’individuazione del Ministero come stazione appaltante dovrebbe garantire di non avere problemi con i patti di stabilità dei comuni, e comunque anche tra le compensazioni ambientali gran parte degli interventi sono destinati a bonifiche.

Dal Ministero dell’Ambiente arriva anche l’ordine di potenziare la differenziata indicato come un fattore determinante per combattere gli affari delle ecomafie, tenendo poco in conto che l’Asia è in affanno di liquidità. L’esecutivo non ha mostrato solerzia nel ricordare al colosso industriale (il cui presidente, Massimo Ponzellini, è ai domiciliari accusato di associazione a delinquere e altri reati) che avrebbe dovuto smaltire le quasi 60mila tonnellate di ecoballe accumulate ad Acerra. Ecoballe che intanto continuano a bruciare .
Intanto gli aumenti di casi di tumore in Campania sono ormai conclamati attraverso il diretto rapporto tra inquinamento e patologie, come confermano i dati. Il ministro Clini afferma che chiederà al presidente Caldoro, che è anche commissario regionale per la sanità, di mettere in rete tutti i dati, a disposizione di chi poi si deve occupare di eliminare la cause.

Anche i cittadini di numerose associazioni, comitati, scuole, singoli cittadini dei paesi nord dell’Hinterland napoletano, si sono uniti nella parrocchia di Padre Maurizio Patriciello a Caivano, per dar vita al primo coordinamento comitato fuochi, che ha come unico obiettivo, quello di elaborare azioni concrete e mirate contro il fenomeno dei roghi tossici.
Da tener presente che l’istituzione più vicina ai cittadini e che ha compiti di prevenzione e di repressione è il sindaco.

Ricordiamo che i rifiuti speciali sono il triplo di quelli urbani, circa 20mila tonnellate al giorno ma con l’attivazione degli impianti di smaltimento, discariche o termovalorizzatori, probabilmente una buona parte dei rifiuti che vengono gettati e bruciati sarebbe stata smaltita con tutte le norme di sicurezza.

Negli ultimi vent’anni dal 1988 al 2008 i casi di decesso per malattie oncologiche sono aumentate nel Napoletano fino al 47%: un dato in controtendenza rispetto ai decessi per neoplasie nel resto dell’Italia. E’ quanto emerge da dati inediti dell’Istituto per la cura dei tumori Pascale di Napoli pubblicati dal quotidiano Avvenire. La correlazione tra l’emergenza rifiuti degli ultimi anni, i fumi tossici dei roghi indiscriminati di immondizia e l’aumento delle malattie, dunque, esisterebbe eccome.

L’indagine prende in considerazione la situazione della provincia di Napoli e il Casertano: anche qui morti in aumento, del 28,4% tra gli uomini e del 32,7% tra le donne.

Nello studio del Pascale sono passate in rassegna anche le singole patologie oncologiche : tumore del colon retto e del tumore al polmone, quest’ultimo con la mortalità più alta d’Italia.

La correlazione tra l’emergenza rifiuti degli ultimi anni, i fumi tossici dei roghi indiscriminati di immondizia e l’aumento delle malattie, dunque, esisterebbe eccome. L’indagine prende in considerazione la situazione della provincia di Napoli e il Casertano: anche qui morti in aumento, del 28,4% tra gli uomini e del 32,7% tra le donne.

La connessione strettissima fra emergenza rifiuti e impennata della mortalità è fin troppo evidente, come le fiamme che illuminano le notti nelle campagne della zona: “Questo eccesso di mortalità, che riguarda anche altre patologie cronico-degenerative – sottolinea infatti chiaro e tondo l’Istituto Pascale – si configura come un grave problema sociale e ambientale, oltre che sanitario, di vasta dimensione e notevole gravità”, tanto che “richiederebbe maggiore attenzione da parte delle istituzioni”.

E così la preoccupazione è sancita.

FOTO: tratta da nazioneindiana.com

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