“La composizione dell’esecutivo, con 63 membri di cui solo 11 donne, ci riporta indietro di 30 anni: siamo vicini alle percentuali di Kabul più che a quelle di Madrid”, spiega l’ex presidente della Camera Laura Boldrini
“Con questo governo del cambiamento talebano c’è da temere il peggio. La composizione dell’esecutivo, con 63 membri di cui solo 11 donne, ci riporta indietro di 30 anni: siamo vicini alle percentuali di Kabul più che a quelle di Madrid. Nel decreto dignità non c’è una riga sul sostegno all’occupazione femminile, che è un’emergenza nel nostro Paese. È inquietante: in un Paese evoluto, il cambiamento passa per una maggiore presenza delle donne nell’esecutivo. Da noi succede esattamente il contrario”. A dirlo la deputata di Leu ex ex presidente della Camera Laura Boldrini, oggi a Napoli per un incontro su donne e lavoro promosso dalla rete Donne in Rete nella sede del gruppo di imprese sociali Gesco.
Diversi gli argomenti trattati da Boldrini durante il suo intervento, come il reddito di cittadinanza che non sarebbe la soluzione all’emigrazione giovanile “anche perché non si farà”. “Tanti giovani sono andati via, circa 1 milione in pochi anni, ed è un capitale umano che abbiamo perso. Il reddito di cittadinanza come lo interpreta il M5s si sostituisce al lavoro, invece se abbiamo risorse dobbiamo investirle per creare nuova occupazione”, ha affermato Boldrini.
Quest’ultima ha anche lamentato una campagna d’odio nei suoi confronti. “Ogni giorno – ha detto – subisco una dose di violenza e di minacce, di nefandezze rivolte contro di me e contro mia figlia. Molto spesso questa sorte tocca tutte le donne che cercano di difendere le altre donne”. “Racconto di Matteo Salvini, che sventola la bambola gonfiabile dicendo ‘questa è la presidente della Camera’, e di Beppe Grillo, che, mostrando una sagoma con le mie fattezze chiede: ‘cosa fareste alla Boldrini in macchina?’. È inaccettabile per un Paese democratico invocare lo stupro contro un avversario politico”.
L’ex presidente della Camera ha parlato anche della situazione del centrosinistra, auspicando una grande lista senza simboli di partito alle elezioni europee del 2019. “Dal Pd per adesso non è arrivata alcuna reazione. Saranno elezioni epocali e la mia proposta è di fare, di fronte a una situazione straordinaria, un’iniziativa straordinaria mai fatta prima: una lista aperta senza simboli di partito, con un nuovo simbolo e lo slogan ‘Cambiare l’Europa per salvare l’Europa’. Diamo la precedenza a tanti mondi che non si ritrovano nel Pd o in Leu ma che ci sono, che hanno competenze. Facciamo una lista su 5 punti importanti per il futuro dei nostri figli e facciamo rappresentare queste priorità da chi ha competenze”, ha concluso Boldrini.