Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, lancia l’allarme: “Con i ritmi attuali ci vorranno 3 anni per vaccinare tutti”
“Abbiamo ripreso le vaccinazioni dopo aver perso alcuni giorni per la vicenda AstraZeneca. Suggerirei a Roma di non dare più numeri, di non fare più previsioni. Novanta milioni di dosi è il numero che dovremmo considerare, quelle che servono per vaccinare tutti gli Italiani, ma siamo in forte ritardo come Europa, con un conflitto aperto con le aziende produttrici. Con i ritmi attuali, impiegheremo 3 anni”. A dirlo il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, durante la consueta diretta del venerdì su Facebook. “Esponenti del governo hanno aperto una polemica con le Regioni. Polemiche vaghe, senza chiamare in causa, si fa demagogia e si offende chi lavora seriamente. Quando si fa una critica bisogna specificare a chi ci si rivolge e perché. Una critica vera da fare secondo me è invece al governo nazionale. Le responsabilità delle Regioni sono che quelle del Centro-Nord hanno voluto aprire troppo presto, e che alcune hanno dei problemi evidenti. Ma vanno chiamate in causa in modo specifico”, ha proseguito De Luca.
De Luca attacca quindi a testa bassa il governo: “Se l’efficienza fosse stata quella del governo italiano, l’Italia sarebbe andata verso il disastro. Ringraziate il Signore, che hanno lavorato le Regioni. Lo Stato doveva soltanto preoccuparsi di produrre vaccini in Italia. Ci avessimo lavorato da un anno, oggi saremmo autonomi. Il governo ha fatto anche un altro disastro: la distribuzione dei vaccini, con la Campania penalizzata fortemente”. “Ad oggi – ha spiegato il governatore –, abbiamo 190mila vaccini in meno rispetto al Lazio che ha gli stessi abitanti della Campania, 30mila in meno rispetto alla Emilia Romagna che 1.3 milioni di abitanti in meno, gli stessi vaccini del Piemonte che ha 1.5 milioni di abitanti in meno. Abbiamo chiesto al nuovo commissario Figliuolo perché venga ristabilita l’equità. Ripeto, la certezza delle forniture era un compito dello Stato, e non c’è stata. E il governo ha generato il caos anche per l’indicazione in un primo momento di vaccinare per categorie. Si è proposto di tutto. Nell’ultima settimana si è deciso di eliminare questo criterio e andiamo avanti per fasce d’età. Ultimo disastro è il caos comunicativo. L’Iss, singoli ministri, singoli consulenti, non sono stati in grado neanche di avere una piattaforma informatica degna di questo nome sulla campagna vaccinale”.
De Luca ha quindi fatto il punto sul programma delle vaccinazioni in Campania: “L’obiettivo della Campania è completare l’immunizzazione per questo autunno. Servono 60mila vaccini al giorno, 1.8 milioni al mese. In Campania, con due dosi, servono 9 milioni di somministrazioni. Ad oggi non abbiamo i quantitativi di vaccini necessari”.
Il governatore ha ricordato che la Regione si è attivata per avere il vaccino russo Sputnik. “Dopo settimane di confronto abbiamo stipulato un contratto di fornitura con chi produce il vaccino Sputnik V, al momento non compreso tra quelli trattati dall’Ue e dall’Italia. L’abbiamo però prenotato. Il contratto prevede che diventi operativo immediatamente dopo l’approvazione da parte dell’Ema o dell’Aifa. Insomma, andramo avanti da soli per la parte aggiuntiva possibile”. “Riteniamo che – ha proseguito – questo contratto possa aprire una strada per l’Italia, un esperimento al servizio del Paese. Una volta coperte le esigenze dei nostri concittadini campani, metteremo a disposizione i vaccini ulteriori in un contesto di solidarietà nazionale. Mi pare una scelta di civiltà, non possiamo essere oggetto dei ricatti delle aziende produttrici. Lo Sputnik è stato usato in 60 Paesi, a San Marino ad esempio. L’Aifa – è l’appello di De Luca – sia veloce, si pronunci in un mese così da avere noi e tutti gli italiani la possibilità di avere questo vaccino”.