Che teniamo da festeggiare oggi? Ah sì il fallimento della politica, il fallimento dei sindacati e l’inesistenza di qualunque politica sul lavoro
Febbraio 2021. Quasi 1 milione di occupati in meno (-945mila) e oltre 700mila inattivi in età da lavoro in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Marzo 2021. L’occupazione in Italia rispetto allo stesso periodo di un anno fa è inferiore di -565mila unità. Contemporaneamente, i disoccupati aumentano di +652mila unità e gli inattivi calano di -306mila, restando però sopra la soglia dei 14 milioni. Fonte Istat.
Festeggiamo un paese decadente, fallimentare, dove il Lavoro è una chimera e i Lavoratori Precari bocconcini prelibati per politicanti voraci. Politici nominati dalle segreterie di partito che tutelano loro stessi, grazie a Leggi Elettorali incostituzionali, si affannano a prendere in giro i cittadini. In assenza di Fabbriche, oggi va di moda la #Scuola. Parlano di Scuola tutti, come al bar dello sport. Parlamentari e ministri improvvisati, senza esperienza e senza conoscere questo mondo complicato – attanagliato dalla piaga del precariato – si avvicendano in Tv o nelle dirette facebook avendo in mente non il bene della collettività scolastica ma indaffarati a mantenere gli equilibri politici di bottega.
E il sindacato? “Che fine ha fatto il sindacato?” scrive Astolfo Di Amato su “Il Riformista”: “Un soggetto è totalmente scomparso durante la pandemia: il sindacato. Dove è finito? In questo momento si parla molto di crisi della politica, tanto che il Governo Draghi è visto come una fase di tregua utile ai partiti per ridefinirsi. In realtà, prima ancora che i partiti appaiono in crisi tutti i grandi gruppi intermedi e, tra questi, innanzitutto i sindacati. Forse perché, da un lato, vivono una crisi non nata con la pandemia, ma molto più antica, e, dall’altro, la loro crisi interessa una parte sempre più ridotta della collettività.”
E quindi? Che teniamo da festeggiare oggi? Ah sì il fallimento della politica, il fallimento dei sindacati e l’inesistenza di qualunque politica sul lavoro. Ah ma protremo cantare tutti insieme “Bella Ciao”! Contenti?
Buon Primo Maggio!
Pasquale Vespa