Anche Forza Italia e Fratelli d’Italia (oltre alla Lega, ndr) hanno deciso di appoggiare la candidatura a sindaco del Pm
Dopo settimane di tensioni anche Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno deciso di appoggiare il pm Catello Maresca nella candidatura a sindaco di Napoli per le elezioni che si terranno questo autunno. Sia il partito di Berlusconi che quello di Meloni quindi si accodano a quanto già deciso dalla Lega (che ha fatto da mediatrice, ndr) dopo un vertice tenuto a Roma. Resta da vedere con quali modalità: non è chiaro nonostante le dichiarazioni degli esponenti forzisti se i partiti saranno presenti con i simboli nelle liste, così come non è chiaro come reagirà il fronte civico che sostiene il magistrato.
Per adesso il candidato sindaco Maresca non ha sciolto questi nodi, ma si è limitato a dire: “Sono contento dell’adesione convinta di tutte le forze politiche del centrodestra al Progetto Napoli. Sono felice del fatto che si sia discusso di programmi e non di persone e simboli e ideologie. Questa concretezza dei leader del centrodestra mi dà la convinzione che ora sia davvero possibile cambiare il destino di Napoli da troppo tempo usata dalla sinistra come camera di compensazione e bilanciamento di posizioni di potere romane”.
“Se ci occupiamo in maniera seria e qualificata di rigenerazione urbana, di riqualificazione del centro storico, restituzione di Bagnoli ai napoletani, Napoli Est, lavoro, sicurezza, degrado urbano, questione ambientale e altre emergenze storiche da risolvere allora potrà nascere, entro pochi anni, una città nuova. Con il Progetto Napoli – ha aggiunto Maresca –, questa città sarà capace di riproporsi sullo scacchiere italiano e internazionale come capitale culturale ed economica del Mediterraneo. Io ero e resto in pista per amore della mia città. L’avversario da battere è sempre il centrosinistra che ha governato Napoli negli ultimi 35 anni. Quelli che – ha concluso – non hanno mosso un dito mentre questa città perdeva credibilità, scadeva in qualità dei servizi e i suoi servizi pubblici diventavano da quarto mondo”.