Il ministro ha partecipato quest’oggi al comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, firmando un patto “che introduce un metodo di lavoro di condivisione di scelte e obiettivi”
Napoli, 29 aprile 2022 – “Questo è un accordo importante che introduce un metodo di lavoro di condivisione di scelte e obiettivi, mettendo tutti gli attori e le istituzioni attorno allo stesso tavolo per fare la loro parte in uno spirito di condivisione”. A dirlo il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che quest’oggi ha partecipato al comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in prefettura a Napoli. Il patto “per la promozione e l’attuazione di un sistema di sicurezza partecipata e integrata per lo sviluppo della Città di Napoli”, è stato sottoscritto, oltre che dal titolare del Viminale, anche dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e dal prefetto Claudio Palomba. I punti centrali del patto sono il controllo del territorio, la videosorveglianza, il contrasto all’occupazione arbitraria di immobili, interventi contro la dispersione scolastica e misure per lo sviluppo.
“Bisogna investire sulle nuove tecnologie – ha detto il ministro –, ma vorrei ricordare che in altri comitati provinciali quello che è stato rilevato e lo dico al sindaco che è arrivato da poco, è che le telecamere di videosorveglianza sono abbastanza, ma solo il 75% è funzionante. Serve monitoraggio, intervenire su quello che non funziona. Il sindaco Manfredi è arrivato adesso è potrà prendere in mano una situazione complicata. Ci siamo sentiti spesso, non sono napoletana ma mi sono laureata qui, tengo a questa realtà e la conosco. Vedo che non ci sono progetti del Comune sulla videosorveglianza mentre ce ne sono per altri Comuni. È bene che questi progetti vengano fatti in tempi rapidi”.
Lamorgese, tuttavia, ha anche sottolineato che il fenomeno criminale “non può essere considerato un fatto esclusivamente delinquenziale ma va inquadrato nel contesto più ampio del disagio giovanile, caratterizzato, soprattutto in alcune aree, da povertà educativa, disagio sociale, dispersione scolastica, affermazione di modelli sbagliati e devianti”. Per questo “la risposta deve incidere su questi stessi fattori prima ancora che consistere in aspetti di natura repressiva. In questo quadro, l’Accordo per la sicurezza urbana prevede azioni congiunte di tutti gli attori in campo: le agenzie educative, i servizi sociali del territorio, le Asl, gli organi giudiziari competenti, gli operatori economici del mondo delle discoteche e dei locali notturni”.
Lamorgese ha anche annunciato che nel 2022 nella città Metropolitana di Napoli arriveranno ulteriori 263 unità di polizia tra agenti e assistenti. “Di questi – ha spiegato il ministro – 182 nuovi assunti saranno destinati alla Questura del capoluogo, sia a titolo aggiuntivo che nell’ambito del programmato turnover”. Numeri importanti che si spera possano servire nella lotta alla criminalità nel territorio napoletano, che come sottolineato dal ministro “vede indici in crescita rispetto al resto del Paese: +10,9% nella città metropolitana e +15,3 % a Napoli città” mentre “nel biennio 2019-2020, segnato dalla pandemia, il dato nella città metropolitana aveva fatto segnare un meno 14,8%”.
“Mi auguro che il nuovo sindaco non faccia come avveniva in passato: il Comune di Napoli non pagava l’Enel e le telecamere che finanziavamo come Regione restavano spente”, ha invece detto il governatore De Luca al termine dell’incontro in prefettura. Dello stesso parere il sindaco Manfredi: “In passato la vecchia amministrazione ha avuto dei problemi di pagamento non solo rispetto alla videosorveglianza ma anche in altre questioni che riguardano la vita della città. Sono convinto – ha aggiunto Manfredi – che nei prossimi mesi questi problemi non ci saranno. L’idea che abbiamo e su cui stiamo lavorando con la Questura e con il Dipartimento di pubblica sicurezza è avere uno standard unico per garantire l’integrazione tra i sistemi affinchè possano andare tutti verso la sala operativa in Questura”.
Il governatore De Luca ha anche lanciato l’allarme per quanto riguarda i rischi connessi al reddito di cittadinanza: “Nell’area metropolitana di Napoli registriamo truffe nell’ambito del reddito di cittadinanza per un importo di 5 milioni di euro. Credo che il tema vada affrontato senza demagogia: ci sono fasce sociali che hanno bisogno di sostegno, ma ritengo indispensabile un lavoro di filtro preventivo. Qui c’è bisogno di un filtro particolarmente rigoroso per evitare che il reddito possa diventare una misura di finanziamento della manovalanza della camorra”.